Rush Cutanei a causa dei Farmaci Biologici antitumorali
Come contrastarli con prodotti naturali (zolfo e acido salicilico), come mascherarli con il camouflage,
come truccarsi e farsi la barba senza infiammare la pelle
Il ruolo della Skin Cancer Clinic per una gestione multidisciplinare
Prof. Marcello Monti, Istituto Humanitas, Milano
Sappiamo bene come l'avvento dei farmaci biologici in oncologia, da affiancare alle chemioterapie tradizionali o anche come monoterapia, abbiano cambiato radicalmente l'evoluzione di molte forme tumorali anche aggressive (basti pensare al melanoma, al tumore al seno Her 2 positivo, ad alcune forme di leucemia...) ma andando ad agire sul EGF (epidermal grow factor, quindi un fattore di crescita cellulare a livello dell'epidermide) lo scotto da pagare è un effetto collaterale, anche grave in alcuni casi, rappresentato da un rush cutaneo localizzato soprattutto al livello del volto, una sorta di follicolite infiammatoria che rende difficile la compliance del paziente che si vede fortemente compromessa la qualità di vita durante il trattamento oncologico. E per sapere come si possano contrastare questi rush cutanei abbiamo intervistato il Prof. Marcello Monti, Direttore dell'Unità di Dermatologia dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano che ci ha spiegato che trattandosi di un processo infiammatorio i risultati migliori sono stati ottenuti con l'utilizzo di una crema a base di zolfo e acido salicilico, due prodotti fortemente antinfiammatori e naturali, fattore determinante nel non gravare di ulteriore tossicità pazienti già sottoposti a terapie anche pesanti. Il Professore ci parla anche del ruolo del camouflage a base di argille che al contempo sfiammano la cute e coprono il rush permettendo ai pazienti di poter recuperare la loro socialità senza dover dimostrare l'utilizzo dei farmaci biologici. E anche per quanto riguarda la barba ci possono essere dei procedimenti "protettivi come ad esempio degli impacchi sfiammanti con soluzioni astringenti. Senza dimenticare l'attenzione al sole che potrebbe peggiorare l'infiammazione, con l'utilizzo di polveri riflettenti per non favorire gli eritemi solari. Tutto questo per permettere ai pazienti di poter portare avanti il programma terapeutico così importante nella guerra contro il cancro, senza però dover rinunciare ad una buona qualità di vita.
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