Protesi Mammarie (additive o per ricostruzione) Cosa è importante sapere per prevenire gli eventi avversi I controlli periodici e i segnali da cogliere Prof.ssa Adriana Bonifacino - Prof.ssa Arianna Di Napoli
Sono moltissime le donne nel mondo che hanno una protesi mammaria, additiva nel caso di un intervento estetico, o per una ricostruzione dopo un tumore al seno che abbia comportato una mastectomia. Negli anni le protesi si sono evolute passando da quelle lisce a quelle più ruvide, cosiddette texturizzate e negli ultimi mesi l'attenzione della cronaca è stata posta su alcuni casi di linfoma, detto linfoma anaplastico, in donne portatrici di protesi mammarie, i cui primi casi sono stati documentati nel 2011. Numerosi studi scientifici sono stati già pubblicati ed altri sono in corso per verificare se esista un legame, quali protesi possano essere maggiormente a rischio e la tipologia esatta di linfoma - che è una forma indolente, quindi una volta rimosse le protesi ha una altissima percentuale di guarigione - ma il messaggio importane da far conoscere a tutte le donne che sono portatrici di protesi è che devono effettuare periodici controlli (visita, ecografia, mammografia, risonanza magnetica) per controllare lo stato delle protesi e della mammella, e che devono conoscere i campanelli d'allarme da non sottovalutare (una infiammazione, un nodulo a livello della protesi...) che potrebbero essere il primo segnale di un siliconoma o di un sieroma. Una visita periodica e i controlli consigliati dal senologo sono i passaggi essenziali che devono entrare nella routine di tutte le donne portatrici di protesi indipendentemente dall'età quindi come ci hanno spiegato la Prof.ssa Adriana Bonifacino, Responsabile dellla UDTS dell'Ospedale Sant'Andrea Sapienza Università di Roma e la Prof.ssa Arianna Di Napoli, Anatomopatologa Ospedale Sant'Andrea Sapienza Università di Roma
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