Reflusso gastroesofageo
Le cause principali (alimentazione, postura, obesità, ernia iatale...) La diagnosi e le terapie (con modifiche allo stile di vita) e gli accertamenti ulteriori in caso di disturbo persistente - Il rischio reflusso in persone anziani e bambini - L'importanza di tenere sotto controllo il disturbo per evitare l'Esofago di Barrett
Prof. Giovanni Cammarota, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo estremamente diffuso che può avere origini diverse, ma che spesso è legato ad alimentazione sbagliata, obesità, posture non corrette dopo i pasti, o anche ad una ernia iatale. La diagnosi è spesso clinica, basata quindi su una attenta anamnesi del paziente e sull'ascolto dei sintomi ma in taluni casi, specie in caso di disturbo persistente, si possono effettuare altre indagini come la phmetria o la gastroscopia. E le terapie farmacologiche vanno sempre affiancate ad una modifica degli stili di vita per evitare anche pericolosi relussi notturni in pazienti anziani o bambini piccoli. Parliamo di tutto questo con il Prof. Giovanni Cammarota, Specialista in Gastroenterologia presso l'Unità di Endoscopia Digestiva del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci consiglia quale è l'alimentazione più corretta in caso di reflusso, quali cibi evitare, quale postura assumere dopo i pasti, il ruolo del caffè, del fumo e di come sia importante tenere sotto controllo il reflusso per evitare che la mucosa dell'esofago possa essere danneggiata in modo importane fino ad arrivare all'Esofago di Barrett, una forma di evoluzione della mucosa che va monitorata nel tempo per evitare che evolva in una lesione neoplastica.
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