Riabilitazione Oncologica
A fianco di chirurgia, radioterapia e chemioterapia è necessaria la riabilitazione con le terapie integrate, fisiche e psicologiche, per superare la malattia e migliorare la qualità di vita: gestione degli effetti collaterali di chemio e chirurgia (nausea e vomito, linfedema, fatigue...) ricostruzione mammaria, gestione colostomia...
Come la tecnologia può aiutare a prevenire ciò che andrà poi riabilitato
Il dialogo medico-paziente alla base di una buona riabilitazione oncologica
Prof. Antonio Astone, Policlinico Agostino Gemelli, Roma
La diagnosi di tumore spaventa destabilizza, sconvolge i progetti di vita. la priorità è ovviamente quella di curare al meglio la malattia - cosa oggi possibile grazie alle nuove tecniche diagnostiche e chirurgiche, alle radioterapie che risparmiano i tessuti sani ai farmaci a bersaglio molecolare, alle terapie personalizzate e alla possibilità di rendere il cancro una malattia sempre più guaribile o comunque controllabile nel tempo, ma accanto alle tra grandi armi - chirurgia, radioterapia e chemioterapia - si deve sempre abbinare una riabilitazione oncologica che permetta al paziente di affrontare il percorso di terapia con minori disagi possibile e per recuperare il prima possibile una buona qualità di vita. E alla base di una buona riabilitazione c'è il dialogo medico paziente, fatto di fiducia e rispetto, di ascolto non solo dei sintomi ma anche del vissuto del malato, per ottimizzare non solo il percorso diagnostico terapeutico ma anche tutte quelle terapie integrate che possono supportare il paziente e la sua famiglia. Parliamo di tutto questo con il Prof. Antonio Astone, Specialista in Oncologia Medica nell'Unità di Oncologia Medica al Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci parla della necessità di allargare il concetto di terapia perchè curare l'organo non è più sufficiente, si deve permettere a chi affronta una malattia di vivere al meglio i giorni delle cure e il dopo. E se parte della riabilitazione è già insita nei progressi medici che permettono interventi mininvasivi che non necessiteranno di riabilitazione fisica (a quadrantectomia in caso di tumore al seno è l'esempio più classico) è vero comunque che nel caso di una mastectomia riabilitazione significa ricostruzione mammaria e prevenzione del linfedema, e in caso di chemioterapia riabilitazione significa prevenzione e trattamento degli effetti collaterali come nausea, vomito, fatigue... e nel caso di colostomie è fondamentale fare un training al paziente per imparare a gestirle nel migliore dei modi... Fondamentale resta l'approccio multidisciplinare per una corretta riabilitazione, e in caso sia necessario il supporto psicologico per il paziente e i suoi familiari può essere d'aiuto nel superare lo shock iniziale e i passaggi più impegnativi. E poi ci sono tutti quegli aspetti di cui si parla ancora poco, ad esempio la sessualità all'interno di una coppia dopo un tumore, come comunicare una diagnosi di tumore ad un figlio adolescente... tutte tematiche che affrontiamo con il Prof Astone e che fanno parte della riabilitazione oncologica, perchè il trattamento antitumorale non si esaurisce in un atto chirurgico o in una flebo ma deve arrivare nella quotidianità del paziente, aiutandolo a superare i momenti difficili per riprendere il controllo della propria vita, e solo prendendosi cura dei bisogni del paziente a 360° si può ottenere una guarigione sia fisica che psicologica perchè il tumore è una battaglia che si può vincere solo con una strettissima collaborazione fra il paziente e il suo medico un medico attento all'ascolto, anche dei silenzi che spesso nascondono bisogni ancora più grandi.
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