LA SALUTE UMANA, QUELLA ANIMALE E QUELLA DELL'AMBIENTE SONO INTERCONNESSE E VANNO TUTELATE CON AZIONI PERSONALI E COLLETTIVE
Secondo una recente ricerca condotta da SWG e promossa da Federchimica Aisa 8 italiani su 10 non conoscono la parola zoonosi ma sono invece ben consapevoli del fatto che la pandemia da coronavirus sia legata al passaggio del virus dagli animali all’uomo. Una zoonosi appunto, cioè quelle patologie che vengono trasmesse dagli animali all’uomo. Argomento poco noto ma molto importante, che si lega strettamente al concetto di ONE Health, salute globale intesa come equilibrio fra salute umana, animale e dell’ecosistema, perché è ormai evidente che la tutela dell’ambiente e delle biodiversità, così come la lotta ai cambiamenti climatici sia essenziale per tutelare quella che viene definita Circular Health, salute circolare. La salute degli animali poi, che siano di allevamento o da compagnia è essenziale per assicurare anche all’uomo una vita in salute.
Fra le criticità emerse dalla ricerca SWG l’inquinamento atmosferico, la riduzione della biodiversità, l’utilizzo di antibiotici nell’uomo e negli animali, scarsi controlli sanitari e una sempre maggiore commistione fra animali anche selvatici e uomo.
Fra gli interventi da mettere in campo sicuramente una maggior tutela delle biodiversità, una miglior capacità di cura degli animali sviluppando nuovi medicinali veterinari e la consapevolezza della interconnessione fra la salute umana, quella animale e quella del pianeta in cui viviamo.
Ne parliamo con i nostri ospiti che sono la Prof.ssa Ilaria CapuaDirettore centro di eccellenza One Health, Università della Florida e la Dott.ssa Arianna Bolla, Presidente di Federchimica
Fra le domande alla Prof.ssa Capua: nel suo libro Salute circolare, una rivoluzione necessaria parla di linfa vitale che attraversa e accomuna uomini animali piante, nel complesso l’ambiente in cui viviamo, dobbiamo ripartire da qui, estendendo e superando addirittura il concetto di One Health?
Dai dati della ricerca emerge chiaramene che la sensibilità degli italiani ma direi a livello globale su questi temi è molto aumentata, quali possono essere le azioni da mettere in campo sia a livello personale che sociale?
L’OMS ha ricordato che in futuro sono da mettere nel conto altre pandemie con virus che passano dall’animale all’uomo, c’è modo di prevenirle? E che ruolo possono avere i veterinari in questo?
Fra le domande alla Dott.ssa Bolla: dall’indagine SWG per AISA Federchimica emerge che gli italiani sono ben consapevoli del legame che intercorre fra salute umana benessere animale e rispetto dell’ambiente e sono altrettanto coscienti dell’importanza di preservare questo equilibrio così fragile e prezioso, l’impegno di AISA per rendere davvero concreto il concetto di One Health?
Le prossime azioni che si possono mettere in campo?