Un trapianto di cellule staminali da genitore per Alex al Bambino Gesù Riuscito il trapianto di cellule staminali da genitore (compatibile solo al 50% ) per il bambino affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica grazie ad una tecnica che manipola le cellule del papà o della mamma per evitare il rigetto Il Prof. Locatelli e la sua equipe hanno già trattato oltre 200 bambini con questa tecnica, quando non esiste un donatore compatibile
Solo un trapianto di midollo poteva salvare la vita del piccolo Alex, ricoverato dall’estate scorsa in un ospedale di Londra perché affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica Primaria, una rarissima patologia genetica, ma nonostante la massiccia e bellissima partecipazione in massa dei mesi scorsi, ricorderete le file nelle piazze italiane di persone che si sono offerte come potenziali donatori, non è stato possibile trovare un donatore compatibile, ed allora al Bambino Gesù di Roma è stato effettuato un trapianto con cellule staminali donate dal papà del piccolo Alex, opportunamente manipolate per evitare il rischio di rigetto, con una tecnica che il Prof. Locatelli e la sua equipe hanno adottato per il trattamento di più di 200 pazienti ad oggi. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche in Alex ha avuto un perfetto attecchimento, il piccolo ha potuto così sospendere il farmaco salvavita che aveva assunto fino ad oggi (emapalumab) e dopo la dimissione verrà seguito in day hospital con controlli periodici. Un altro successo della ricerca italiana ma anche uno straordinario esempio di generosità, quella cultura della biosolidarietà come l’ha definita il Prof. Locatelli arricchisce ognuno di noi. Nel corso della conferenza stampa abbiamo intervistato: Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica Paolo Montresor, papà di Alex
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