Cicatrici (da interventi chirugici o traumi) e Dolore Cronico (anche lontano dalla loro sede)
Taglio cesareo e lombosciatalgie, svuotamento ascellare o toracoscopia e dolori cervicali o neuropatici...
Come si trattano le Cicatrici Attive (Infiltrazione di anestetico locale)
e come si gestiscono le cicatrici che dolgono in sede anche a distanza di tempo dalla chirurgia
L'importanza di trattare le cicatrici nei bambini disabili
Dott. Marcello Marri
Qualunque cicatrice, che sia dovuta ad un intervento chirurgico o che sia dovuta ad una ferita da trauma comporta la comparsa di dolore nella sede della lesione, dolore che con il tempo tende a regredire man mano che i tessuti si cicatrizzano ma che si trasforma comunque in un campo perturbante dal punto di vista neurologico ( o più precisamente algologico cioè che mantiene il dolore che hanno origine anche in altre parti del corpo) ed inoltre comporta automaticamente la modifica della nostra postura alla ricerca di una posizione antalgica, postura che nel tempo può rimane viziata dando origine a dolori muscoloscheletrici anche cronici legati proprio alla presenza di una cicatrice attiva ( o che si riattiva in seguito a trazioni, sforzi muscolari intensi...) che continua a mandare un segnale doloroso dovuto alla formazione di un tessuto di riparazione non mielinizzato - laddove sono stati recisi i nervi originari - che provoca fastidio o dolore al tatto. Un esempio classico è il taglio cesareo che può essere all'origine di lombosciatalgie senza cause apparenti o di interventi nella parte alta del corpo - toracoscopie o svuotamenti ascellari o tiroidectomie - che possono dare il via a dolori cervicali o anche a dolori neuropatici. Trattare queste cicatrici con l'infiltrazione di anestetico locale a bassissimo dosaggio può essere la soluzione per molti dolori, come pure lo stesso trattamento può essere d'aiuto in tutti quei casi di interventi maggiori che lasciano dolore nella sede della cicatrice nel tempo, specialmente se alla chirurgia ha fatto seguito un ciclo di radioterapia che è notoriamente neurolesiva. Parliamo di tutto questo con il Dott. Marccello Marri, Responsabile dell'Ambulatorio della Terapia del Dolore dell'A.R.C.O. di Palidoro dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che ci spiega come si possa riconoscere una cicatrice attiva (che invia ancora un messaggio nociocettivo - doloroso - quindi) sia dall'aspetto, dal colore e dalla reazione al tatto (dolore o insensibilità ad esempio) e di come si possa con una o più sedute intervenire su dolori cronici che a volte si trascinano da anni senza soluzione. La problematica delle aderenze può anch'essa essere talvolta alleviata dal trattamento delle cicatrici esterne, salvo nei casi in cui siano presenti delle stenosi che richiedono una soluzione chirurgica. Un ambito estremamente importante è quello del dolore dovuto a cicatrici nel bambino disabile che spesso deve subire numerosi interventi chirurgici per correggere spasticità e altri problemi trovandosi poi a convivere con un dolore che spesso non il bambino non sa esprimere a parole. Il Dott. Marri ci parla poi di come sia fondamentale non dimenticare mai di riferire al medico anche piccole cicatrici (magari un taglio sotto al piede o qualche altra ferita che risale a quando eravamo piccoli) quando si lamenta un dolore costante nel tempo la cui origine sia difficilmente attribuibile ad una causa precisa, come appunto spesso dolori a livello lombare o cervicale, perchè l'informazione può indirizzare verso un centro specializzato dove si effettua il trattamento delle cicatrici attive.
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