Trombectomia Endovascolare Transcatetere per l'Ictus Ischemico Fondamentale la tempestività d'intervento (time is brain) - I segnali da riconoscere con l'acronimo FAST Trombectomia endovscolare una procedura innovativa per aspirare il trombo e ripristinare il circolo Il ruolo dei centri di riferimento per percorsi di cura dedicati - I fattori di rischio e la prevenzione modificando gli stili di vita Prof. Danilo Toni, Policlinico Umberto I, Roma
Quando si verifica un ictus ischemico - quindi la condizione in cui il flusso di sangue in alcune aree cerebrali viene interrotto a causa di un trombo che ostruisce il lume dell'arteria cerebrale colpita - la tempestività di intervento è fondamentale per limitare al massimo il danno cerebrale, tant'è che è stato coniato lo slogan "Time is Brain" cioè il tempo è cervello perchè tanto prima si ripristina il flusso sanguigno tanto minori saranno i deficit neurologici del paziente. Ma come si interviene quando un paziente arriva in una unità dedicata all'ictus? Lo abbiamo chiesto al Prof. Danilo Toni, Direttore dell'Unità di Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma che ci ha spiegato come di fronte ad un paziente che lamenti disturbi del linguaggio, una asimmetria del volto o degli arti, perdita di forza o di equilibrio riassunti nell'acronimo FAST - Face, Arm, Speech, Time) si debba allertare subito i soccorsi e trasferire il paziente in una unità dedicata in un centro di riferimento dove la gestione dell'emergenza può essere affrontata h24 sia con la tecnica della trombolisi, quindi una somministrazione per via endovenosa di un farmaco in grado di sciogliere il trombo, sia con una nuova tecnica di neuroradiologia interventistica, la trombectomia endovascolare transcatetere (con inserimento femorale) che permette al catetere, una volta raggiunto il trombo, di aspirarlo liberando così l'arteria. Con il professore parliamo dell'importanza di poter offrire questa nuova tecnica a tutti quei pazienti che per ragioni diverse non hanno avuto risposto dalla trombolisi (o perchè il trombo è troppo esteso, o perchè posizionato in posizione critica...) e del bisogno di creare una rete di assistenza sul territorio in grado di garantire in ogni regione italiana, e quindi a tutti i cittadini senza differenze territoriali, dei centri altamente specializzati con personale formato in grado di effettuare la tecnica più utile al paziente.
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E anche se oggi le nuove procedure sono in grado di ridurre i casi di invalidità permanente la prevenzione resta l'arma più importante ed è quindi essenziale conoscere quelli che sono i fattori di rischio modificabili e non modificabili - età, sesso, ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, ma anche fumo, sedentarietà - per evitare di andare incontro ad un evento che non riguarda solo la terza età come spesso si pensa, ma che colpisce anche moltissimi uomini e donne anche al di sotto dei cinquant'anni. Gli ultimi temi che abbiamo affrontato con il Prof. Toni sono l'importanza della riabilitazione dopo la prima fase di emergenza per aiutare il paziente a recuperare le funzioni perse, e la corretta gestione dei Tia, quelle ischemie transitorie che spesso si risolvono spontaneamente ma che devono essere considerate comunque come un evento vascolare da gestire con attenzione in un centro ictus dove grazie ad una risonanza magnetica nucleare sarà possibile valutare se vi sia stato un danno cerebrale o meno e in base a questo decidere se tenere in osservazione il paziente per poter intervenire tempestivamente in caso di un ulteriore evento vascolare nelle ore o nei giorni successivi.