Nuovi farmaci per i Tumori Testa Collo Un anticorpo molecolare per il trattamento di alcuni pazienti Lo studio molecolare del tumore per identificare i sottotipi nelle famiglie degli HPV positivi e degli HPV negativi I nuovi studi sull'effetto della dieta per evitare recidive e sull'analisi combinata di genomica e Tac per individuare le forme più aggressive
All'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è stata condotta una ricerca in collaborazione fra il gruppo di ricerca esperto in genomica molecolare e il gruppo interessato alle terapie dei tumori testa collo per verificare quali pazienti potessero beneficiare di un anticorpo monoclonale, una target therapy contro i recettori dell'epidermal growth factor contro i quali già sono in uso anticorpi monoclonali nei tumori del colon, del pomone... ma che non risultava particolarmente efficace nei pazienti con tumore testa collo che andavano incontro a metastasi. I risultati di questa ricerca ce li ha illustrati la Dott.ssa Silvana Canevari, già direttore dell'Unità di Terapie Molecolari dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che ci ha spiegato come siano stati selezionati i pazienti che avevano risposto brillantemente alla terapia rimanendo liberi da malattia per almeno un anno e mezzo (contro l'80% dei pazienti che invece ricadono entro i 5 mesi). Studiando il profilo molecolare del tumore di questi pazienti prima della terapia si è visto che sono tumori ad alta aggressività ma che grazie ad una attivazione di segnali molecolari particolari rispondono molto bene all'anticorpo molecolare. Il dato ottenuto su 40 pazienti è stato poi confermato da altri studi internazionali e quindi identificare quali pazienti potranno trarre beneficio dall'anticorpo monoclonale prima di avviare un percorso di cura sarà uno strumento in più per personalizzare le cure. A fianco a questo farmaco sono oggi allo studio anche altre molecole, inibitori che agiscono sugli stessi recettori di membrana, sempre con il fine di identificare i vari sottotipi dei tumori rispondenti a diversi farmaci mirati, soprattutto diversificando il trattamento fra tumori HPV positivi e HPV negativi dal momento che si è capito che si tratta di due sottogruppi completamente diversi con caratteristiche molecolari molto specifiche. Altri studi interessanti sono avviati sempre all'Istituto Nazionale dei Tumori in collaborazione con altri istituti di ricerca europei: il primo è basato sulla dieta per verificare come una determinata dieta (diversificato per area geografica ma con alcuni elementi comuni) possa prevenire la ricaduta della malattia rispetto a chi non segue alcuna dieta. I pazienti saranno seguiti molecolarmente con l'analisi della saliva per vedere se sono presenti dei marcatori che possono predire o anticipare la ricaduta della malattia, associata o meno alla dieta. Il secondo vede l'analisi combinata fra genomica e immagini di Tac o risonanza per capire se si riesce ad identificare, abbinando le due informazioni, quali sono i tumori che hanno delle aree particolarmente aggressive.
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