Uno studio multicentrico dimostra la miglior riuscita delle valvole meccaniche rispetto a quelle biologiche per gli interventi di cardiochirurgia sulla valvola mitralica
Valvola mitralica: meglio la protesi meccanica - A dimostrarlo per la prima volta due studi condotti dai cardiochirurghi
dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in collaborazione con l’Università
di Bristol (UK), il RUSH Medical University Center di Chicago (USA) e l’Hôpital
“Dupuytren” di Limoges (Francia), i cui risultati parlano di una migliore performance cardiovascolare delle
protesi meccaniche, sia sotto il profilo emodinamico che in termini di
capacità funzionale.
Uno studio è stato condotto su 280 pazienti che hanno subìto un intervento di sostituzione della valvola mitralica tra il 2008 e il 2012 per insufficienza causata da patologie reumatiche, ischemiche o degenerative. L’altro ha invece coinvolto 86 pazienti con insufficienza mitralica di sola origine ischemica. Due studi diversi per ampiezza e metodica che però hanno prodotto risultati molto simili tra di loro.
Entrambi gli studi sono stati presentati dal cardiochirurgo dell’Ospedale di Bergamo Carlo Fino in occasione del congresso internazionale dell’American Heart Association svoltosi a Chicago dal 15 al 19 Novembre di quest’anno. I lavori portano la firma per l’ospedale bergamasco anche dei cardiologi Attilio Iacovoni, Paolo Ferrero e Michele Senni e dei cardiochirurghi Maurizio Merlo e Lorenzo Galletti.
“Il trattamento chirurgico dell’insufficienza valvolare ischemica è un tema difficile e molto dibattuto. Per questo dal 2012 stiamo lavorando per confrontare i due tipi di protesi artificiali, biologica e meccanica, comunemente utilizzate in cardiochirurgia per la sostituzione della valvola mitrale, e per il terzo anno consecutivo siamo riusciti a presentare i risultati preliminari del nostro lavoro al congresso americano – spiega Carlo Fino -. Per anni si è pensato che al di là dei vantaggi e svantaggi delle due protesi, come la durata nel tempo e la necessità di assumere la terapia anticoagulante, le loro performance fossero paragonabili. I nostri dati preliminari sembrano contraddire questa ipotesi, anche se solo ulteriori studi più estesi potranno o meno confermare questi risultati .”
L’insufficienza della valvola mitralica è la patologia valvolare cardiaca di più frequente riscontro nel mondo occidentale, con un’incidenza di 250.000 nuovi casi ogni anno in Europa, ed è al secondo posto nel vecchio continente tra le malattie delle valvole cardiache che necessitano di intervento chirurgico. In particolare per l’insufficienza di tipo ischemico, il trattamento prevede la riparazione della valvola o la sua sostituzione con una protesi. All’Ospedale Papa Giovanni è disponibile anche il dispositivo MitraClip, che permette di riparare la valvola per via percutanea, da utilizzare per quei pazienti dove il trattamento cardiochirurgico tradizionale, a cuore aperto e con circolazione extracorporea, è considerato molto rischioso e quindi controindicato, a causa dell’età avanzata, delle malattie associate e della grave compromissione della funzionalità cardiaca.
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Uno studio è stato condotto su 280 pazienti che hanno subìto un intervento di sostituzione della valvola mitralica tra il 2008 e il 2012 per insufficienza causata da patologie reumatiche, ischemiche o degenerative. L’altro ha invece coinvolto 86 pazienti con insufficienza mitralica di sola origine ischemica. Due studi diversi per ampiezza e metodica che però hanno prodotto risultati molto simili tra di loro.
Entrambi gli studi sono stati presentati dal cardiochirurgo dell’Ospedale di Bergamo Carlo Fino in occasione del congresso internazionale dell’American Heart Association svoltosi a Chicago dal 15 al 19 Novembre di quest’anno. I lavori portano la firma per l’ospedale bergamasco anche dei cardiologi Attilio Iacovoni, Paolo Ferrero e Michele Senni e dei cardiochirurghi Maurizio Merlo e Lorenzo Galletti.
“Il trattamento chirurgico dell’insufficienza valvolare ischemica è un tema difficile e molto dibattuto. Per questo dal 2012 stiamo lavorando per confrontare i due tipi di protesi artificiali, biologica e meccanica, comunemente utilizzate in cardiochirurgia per la sostituzione della valvola mitrale, e per il terzo anno consecutivo siamo riusciti a presentare i risultati preliminari del nostro lavoro al congresso americano – spiega Carlo Fino -. Per anni si è pensato che al di là dei vantaggi e svantaggi delle due protesi, come la durata nel tempo e la necessità di assumere la terapia anticoagulante, le loro performance fossero paragonabili. I nostri dati preliminari sembrano contraddire questa ipotesi, anche se solo ulteriori studi più estesi potranno o meno confermare questi risultati .”
L’insufficienza della valvola mitralica è la patologia valvolare cardiaca di più frequente riscontro nel mondo occidentale, con un’incidenza di 250.000 nuovi casi ogni anno in Europa, ed è al secondo posto nel vecchio continente tra le malattie delle valvole cardiache che necessitano di intervento chirurgico. In particolare per l’insufficienza di tipo ischemico, il trattamento prevede la riparazione della valvola o la sua sostituzione con una protesi. All’Ospedale Papa Giovanni è disponibile anche il dispositivo MitraClip, che permette di riparare la valvola per via percutanea, da utilizzare per quei pazienti dove il trattamento cardiochirurgico tradizionale, a cuore aperto e con circolazione extracorporea, è considerato molto rischioso e quindi controindicato, a causa dell’età avanzata, delle malattie associate e della grave compromissione della funzionalità cardiaca.
Fonte: Ufficio Stampa Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo