Vibrazione Focale Meccanica
Tecnica per ridurre la spasticità muscolare in malattie neurologiche (Parkinson, Ictus, Sclerosi, Paralisi cerebrale infantile...) per migliorare l'equilibrio negli anziani ed evitare le cadute, per migliorare le prestazioni sportive
Prof. Filippo Camerota, Policlinico Umberto I, Roma
La sensibilità vibratoria o pallestesia, del corpo umano - che classicamente viene "misurata" appoggiando un diapason per valutare ad esempio il grado di neuropatia - è il punto di partenza per la messa a punto della Vibrazione Focale Meccanica, tecnica in grado di ottimizzare la contrazione muscolare andando ad interagire con i fusi neuromuscolari (strutture dei muscoli responsabili dell'allungamento del muscolo e del movimento) che a loro volta grazie ai recettori muscolari "comunicano" con le mappe motorie della corteccia e del midollo. L'applicazione principale della vibrazione focale, quindi mirata su un determinato muscolo (esiste infatti anche una whole vibration applicabile a tutto il corpo)è quella sulla spasticità muscolare, come ad esempio nella malattia di Parkinson, negli esiti di Ictus, nella Sclerosi Multipla e nella Paralisi cerebrale infantile, ma recenti studi hanno messo in luce la possibilità di utilizzarla negli anziani per potenziare l'equilibrio e prevenire quindi le cadute e il ruolo che può avere nello sport per ottimizzare la contrazione muscolare e quindi migliorare la performance. Parliamo di tutto questo con il Prof. Filippo Camerota, Docente di Medicina Fisica e Riabilitativa alla Sapienza Università di Roma e Specialista in Fisiatria al Policlinico Umberto I di Roma che ci ha spiegato che la prima intuizione sugli effetti benefici della vibrazione si deve al neurologo francese Jean-Martin Charcot che alla fine dell'Ottocento visitando i suoi pazienti malati di Parkinson notò che coloro che arrivavano a Parigi in treno - quindi subendo una continua vibrazione - avevano una risposta muscolare migliore rispetto agli altri e mise a punto quindi la cosiddetta Sedia Vibrante di Charcot. Naturalmente la tecnica usata oggi si basa su studi e ricerche ben più raffinati e sia la frequenza della vibrazione che la durata del ciclo di terapia sono state ottimizzate negli anni per migliorare le condizioni di spasticità anche a distanza di tempo dall'evento (la durata nel tempo degli effetti della vibrazione va a scemare dopo il secondo mese ma l'applicazione può essere ripetuta senza problemi dal momento che non dà alcun effetto collaterale) per migliorare nettamente la qualità di vita dei pazienti che con una ridotta spasticità possono compiere più agevolmente dei movimenti che prima non erano in grado di compiere (e il professore ci mostra dei video di alcuni suoi pazienti che ci fanno capire esattamente come agisce la vibrazione). L'utilizzo negli anziani è poi un capitolo estremamente importante perchè andando a migliorare la propriocezione e quindi l'equilibrio può prevenire le cadute che tanti danni possono causare. E nello sport la possibilità di migliorare l'inflow propriocettivo nel controllo del muscolo può ottimizzare i programmi di allenamento al fine di una resa migliore del muscolo senza peraltro sottoporlo a sforzi eccessivi che spesso portano gli sportivi a lesioni di vario genere.
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