Medicina Narrativa
L'importanza del "Racconto di Malattia" del Paziente per valutare non solo i sintomi clinici
ma anche la sua storia e la percezione del suo malessere fisico e psicologico
Prof. Antonio Virzì
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Il primo impatto medico paziente è fondamentale per quello che sarà il percorso diagnostico e terapeutico ma soprattutto per quell'alleanza terapeutica fatta di fiducia e di dialogo fondamentale per entrambi. Ma spesso in quel primo colloquio le uniche domande che ci sentiamo rivolgere riguardano gli aspetti diciamo così tecnici della malattia, i sintomi, gli episodi pregressi, tutto ciò che può aiutare il medico ad avere il quadro della nostra patologia. E se la medicina di oggi, iper specialistica e iper tecnologica - col rischio però di diventare una medicina alla "Doctor House" - è in grado di effettuare indagini d'avanguardia e di sequenziare ogni cellula del nostro DNA ha un purtroppo in parte perso di vista il paziente in quanto persona e non in quanto portatore di patologia. Ben poco ci viene chiesto sul nostro stato d'animo, sulla percezione che abbiamo noi del nostro malessere, di come questo si ripercuote sulla nostra vita affettiva, sociale o lavorativa. Argomenti spesso trascurati e che invece possono aiutare sia il medico che il paziente a gestire al meglio il percorso, a scegliere le terapie più adeguate e personalizzate non solo sugli aspetti clinici ma anche sui bisogni psicologici. Di tutto questo si occupa la Medicina Narrativa che aiuta il paziente ad esprimere la propria "Storia di Malattia" così come l'ha vissuta fino a quel momento, cercando di andare incontro alle sue esigenze. Magnifici esempi di racconti di malattia si trovano nei romanzi di Tolstoi, di Camilleri, di Conan Doyle... e i diari dei giorni in cui siamo malati ci aiutano talvolta a superare paure e fragilità. Parliamo di tutto questo con il Prof. Antonio Virzì, Direttore del Dipartimento di Psichiatria di Ragusa e Presidente della Società Italiana di Medicina Narrativa che ci parla dell'importanza dell'Alleanza Terapeutica, quel rapporto privilegiato medico-paziente che deve essere al centro del percorso diagnostico e terapeutico per valutare non solo gli aspetti tecnici di una patologia ma la persona nel suo insieme perchè solo così un paziente ha la sensazione che il suo medico lo stia non solo curando ma che si stia anche prendendo cura di lui. Un altro argomento delicato è la comunicazione di una diagnosi e il cosiddetto consenso informato che non può e non deve essere solo una fredda informazione sui rischi di indagini, interventi chirurgici e terapie, ma deve essere l'occasione per il medico di iniziare un rapporto di fiducia e di complicità con il paziente affinchè sia in grado di comprendere tutti gli aspetti della propria malattia e possa decidere quale percorso terapeutico sia compatibile con le sue esigenze fisiche e psicologiche. Uno snodo difficile e doloroso da affrontare per chi è malato e per la sua famiglia è la terminalità di fronte alla quale spesso i medici sono impreparati e che invece dovrebbero condividere con i loro pazienti e con i familiari. Anche le malattie croniche richiedono un impegno da compiere tutti insieme, medico, paziente e familiari, un percorso che può cambiare nel corso degli anni ma che deve essere condiviso nel dialogo e nel confronto. Un passo fondamentale per raggiungere tutto ciò è sicuramente fare formazione ai medici insegnando ad ascoltare i bisogni dei pazienti e contemporaneamente insegnare ai pazienti come chiedere attenzione non solo ai sintomi ma anche al proprio stato d'animo. La Medicina Narrativa cerca quindi di riportare l'attenzione sulla persona e non sulla malattia, perchè ognuno di noi quando sta male porta con sè: "Desease" cioè la malattia in senso stretto, i parametri fisici entro cui un medico può inquadrare il quadro clinico, "Illness" cioè la percezione e lo stato d'animo personale con cui ognuno di noi vive una patologia e "Sickness" cioè il disagio e la sofferenza sociale che una malattia comporta nel momento in cui stravolge la nostra quotidianità. E solo prendendo in considerazioni tutte queste sofferenze si può davvero curare e prendersi cura di chi sta male.
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