Slow Medicine al posto della Medicina Difensiva fatta di soli esami di laboratorio o strumentali: dedicare più tempo ai pazienti è un valore aggiunto
Vai all'intervista con il Prof. Stella sull'importanza dell'equilibrio fra indagini all'avanguardia
e rapporto medico-paziente per il percorso migliore di cure
Se lo slow food rivendica la bellezza e l'importanza di mangiare lentamente per un benessere psicofisico perchè dedicare del tempo al cibo rilassa la mente e perchè la "digestione inizia in bocca" come si diceva una volta la "Slow Medicine" è una filosofia di vita che un gruppo di medici, operatori sanitari e cittadini italiani con la Dott.ssa Sandra Vernero Segretaria Generale ha presentato sul British Medical Journey per sottolineare l'importanza del tempo che il medico dedica all'ascolto del paziente. In una realtà che è fatta sempre più dalla medicina difensiva che prescrive analisi di laboratorio ed indagini strumentali a volte anche superiori al necessario dedicando molto poco tempo al tempo della visita e al dialogo con il paziente si deve recuperare quello spazio di cui ogni malato ha bisogno per esporre i propri dubbi, formulare domande, esprimere perplessità e paure riguardo procedure chirurgiche e terapie farmacologiche. La medicina partecipativa dovrebbe così prendere il posto di una medicina dove conta più il numero delle visite fatte che non la qualità intrinseca della visita stessa fatta di spiegazione e informazione, che non significa solo far firmare un foglio di carta al paziente, il cosiddetto "Consenso Informato" ma di impostare una strategia condivisa su quello che sarà il percorso diagnostico e terapeutico, tenendo conto delle esigenze fisiche ma anche psicologiche del paziente, cosa questa che potrà avvenire solo se si instaura quell'alleanza terapeutica considerata alla stregua di una terapia fra medico e paziente, alleanza che avrà come beneficio una miglior compliance da pare del paziente e anche una più elevata aderenza terapeutica, perchè i farmaci non saranno solo un passaggio obbligato di cui non si capisce il fine ultimo ma qualcosa che fa parte di quel percorso già programmato e di cui si conoscono tutti i passaggi. E se il messaggio dovesse diffondersi e i medici davvero torneranno a guardare negli occhi il paziente invece dello schermo del computer dove scorrono le immagini di Tac o risonanze ad altissima definizione (da uno studio statunitense più del 50% del tempo di una visita medica gli specialisti li dedicano all'osservazione delle indagini) o almeno a fare entrambe le cose si potrà avere come risultato un paziente più tranquillizzato, che accresce la fiducia nel proprio medico e collabora con più convinzione alle cure che dovrà intraprendere. e magari guarirà anche prima e di più perchè è dimostrato come un buon rapporto medico paziente ha un fortissimo effetto placebo.