Sperimentato nuovo farmaco
per conservare almeno in parte la capacità del pancreas
di produrre Cellule Beta nel Diabete di Tipo 1
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Una notizia davvero importante per il trattamento del Diabete di Tipo 1, soprattutto quando diagnosticato precocemente. Un nuovo farmaco è in grado di ottimizzare il metabolismo del paziente riducendo il rischio di crisi ipoglicemiche e di normalizzare l'emoglobina glicosilata (il controllo del valore di glicemia negli ultimi tre mesi) ma anche di mantenere almeno in parte la capacità del pancreas di produrre Cellule Beta arrestando il meccanismo autoimmune che porta alla loro distruzione. Naturalmente per far sì che il farmaco riesca a preservare la residua funzionalità del pancreas è necessario intervenire il più precocemente possibile e quindi una diagnosi tempestiva risulta fondamentale, tant'è che nella sperimentazione - gestita a livello internazionale e per l'Italia dal Campus Biomedico di Roma il farmaco è stato somministrato entro i tre mesi dalla diagnosi a quasi 500 ragazzi dai 16 anni in su. Il grande vantaggio del farmaco è che nei pazienti con residua capacità del pancreas di produrre cellule beta è minore il rischio di sviluppare negli anni successivi le complicanze tipiche del diabete come retinopatia, neuropatia e nefropatia. La somministrazione del farmaco, ottenuto dal sequenziamento della proteina HSP-60 e il cui principio attivo è stato chiamato DIAPEP277 è mensile, con un'iniezione sottocute molto simile a quelle di insulina che quotidianamente i paziente con diabete di tipo 1 sono abituati a compiere personalmente.