È quanto emerge da uno studio danese pubblicato sul The Journal of Rheumatology, svolto su un campione di 2.086 bambini con artrite idiopatica giovanile, secondo il quale i giovani pazienti hanno un rischio maggiore di avere una malattia psichiatrica rispetto ai loro coetanei, in particolare per quanto riguarda depressione e disturbi dell'adattamento.

“Una diagnosi rapida e un trattamento precoce sono necessari per prevenire gli effetti della malattia sulla qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie” dichiara il Prof. Fabrizio De Benedetti, Direttore della Reumatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente della Società Italiana di Reumatologia Pediatrica
I bambini con artrite idiopatica giovanile hanno un rischio maggiore del 17% di ricevere delle diagnosi psichiatriche rispetto ai coetanei. Lo rivela uno studio danese pubblicato a febbraio 2024 su The Journal of Rheumatology, condotto su un campione di 2.086 bambini affetti da artrite idiopatica giovanile, una malattia reumatica cronica che colpisce, a livello globale, circa 1 ragazzo su 1.000 di età inferiore ai 16 anni, causando infiammazione articolare, dolore e riduzione della mobilità. In particolare le associazioni più rilevanti sono state trovate per la depressione e i disturbi dell'adattamento ed è stato dimostrato come lo status socioeconomico dei genitori non influisce direttamente sull’associazione tra artrite idiopatica giovanile e il maggiore rischio di soffrire di patologie psichiatriche. Le patologie reumatiche in età pediatrica hanno infatti, se non curate, un impatto devastante sia sulla qualità della vita dei bambini e dei ragazzi sia su quella delle famiglie, costringendole a dover sostenere dei costi medici e sociali davvero molto onerosi e impattanti. Inoltre i bambini debbono scontare la lentezza burocratica nell’accessibilità alle nuove terapie visto che occorrono, in media, 2 anni prima che gli enti regolatori a livello europeo (EMA European Medicines Agency) e nazionale (AIFA Agenzia Italiana del Farmaco) approvino i trial terapeutici della reumatologia pediatrica; questi ultimi inoltre vengono quasi sempre prima svolti tra i pazienti adulti e solo in rari casi vedono protagonisti in primis i bambini e i ragazzi affetti da artrite idiopatica giovanile. Per poter aumentare la consapevolezza e il livello di conoscenza sugli impatti delle patologie reumatologiche infantili tra genitori, specialisti clinici, medici di medicina generale, insegnanti e opinione pubblica così da poter favorire le diagnosi precoci e un rapido invio ai pediatri reumatologi specialisti ogni anno, il 18 marzo, si è celebrato il World Young Rheumatic Diseases Day, la giornata mondiale dedicata alla sensibilizzazione sulle patologie reumatiche pediatriche.
È importante avere la consapevolezza che anche i bambini e i più giovani sono colpiti dalle malattie reumatiche, evidenziando l’impatto che queste patologie possono avere sulla qualità della vita. “Le artriti croniche si presentano anche nei bambini – spiega il Prof. Fabrizio De Benedetti, Direttore della Reumatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Presidente della Società Italiana di Reumatologia Pediatrica. Una diagnosi rapida e un trattamento precoce richiedono competenze specialistiche e sono necessari per prevenire gli effetti della malattia sulla qualità di vita dei bambini e dei ragazzi e delle loro famiglie. Un trattamento efficace garantisce di raggiungere l’obiettivo di bambini con artrite senza artrite: bambini e ragazzi che nonostante abbiano una diagnosi di artrite vivono senza artrite. Un obiettivo spesso raggiungibile – conclude il Prof. De Benedetti – grazie alle nuove terapie a target”.
Fondamentale, per le patologie reumatologiche pediatriche, è avere una diagnosi precoce. "Le malattie reumatiche infantili, per la loro complessità assistenziale, necessitano di un approccio multidisciplinare sia nella fase diagnostica che durante il follow up – chiarisce la Dott.ssa Patrizia Barone, Responsabile UOSD Pediatria a indirizzo reumatologico AOU Policlinico San Marco Catania. I progressi nell’identificazione dei meccanismi patogenetici di tali condizioni hanno permesso di realizzare farmaci in grado di ottenere un buon controllo di malattia, pertanto la diagnosi precoce è fondamentale al fine di avviare un approccio terapeutico adeguato, riducendo il rischio per il bambino di sviluppare complicanze a lungo termine. Per la diagnosi è necessario valutare attentamente anamnesi familiare e personale, caratteristiche del dolore, presenza di sintomi extra-articolari, esami di laboratorio e strumentali ed evoluzione temporale dei sintomi".
“Ottenere una remissione della malattia e consentire la migliore qualità di vita possibile ai bambini e ragazzi affetti da artrite idiopatica giovanile è un obiettivo oggi possibile – dichiara la Dott.ssa Adele Civino, Responsabile UOSD Reumatologia e Immunologia pediatrica Ospedale Vito Fazzi Lecce. Il controllo e la misurazione non solo del dolore, ma di tutti gli aspetti che hanno un impatto negativo a livello fisico e psicosociale, sono fondamentali nella strategia di cura. Gli strumenti a nostra disposizione sono in primo luogo le terapie farmacologiche e le iniezioni articolari di steroidi, che consentono di ottenere un rapido controllo dell’infiammazione articolare, senza trascurare l’approccio non farmacologico, che coinvolge altri specialisti tra cui il fisiatra, il fisioterapista e lo psicologo. Un elemento chiave per il successo terapeutico e per l’aderenza al trattamento – conclude Civino – è l’alleanza terapeutica con il paziente e la famiglia, basata sulla comunicazione e l’ascolto, che meritano maggiore attenzione soprattutto in età adolescenziale”.