Se il fegato ‘ingrassa’ troppo si rischia la cirrosi e il tumore, ma il problema, che interessa il 30% della popolazione, non è ancora abbastanza conosciuto. Per accendere i riflettori su questa patologia e mettervi un freno, scende ora in campo una task force europea, della quale fanno parte anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS (unici centri italiani). Questo consorzio, finanziato da Innovative Health Initiative Joint Undertaking, una partnership pubblico-privata, nell’arco dei prossimi quattro anni porterà avanti il progetto GRIPonMASH, che recluterà 10 mila pazienti, con questi obiettivi: diffondere le conoscenze sui rischi del ‘fegato grasso’, mettere a punto strumenti diagnostici non invasivi, scoprire nuovi biomarcatori diagnostici, personalizzare i consigli di stile di vita da offrire ai pazienti. E intanto si continuano a sperimentare terapie innovative per questa condizione, che a breve rappresenterà la principale causa di cirrosi e di ricorso al trapianto di fegato nel mondo occidentale.