Diversi fattori predicono la probabilità di sviluppare crisi epilettiche ricorrenti in seguito a un attacco autoimmunitario del cervello: crisi acute resistenti alle terapie nonostante l’uso di molti farmaci antiepilettici, l’assenza di anticorpi diretti contro i neuroni, la scarsa risposta all’immunoterapia nella fase acuta della malattia. Lo rivela uno studio multicentrico coordinato dall’IRCCS San Martino di Genova, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, che apre la strada a nuove terapie personalizzate che potrebbero modificare la storia della malattia, evitando che le crisi epilettiche diventino irrimediabilmente croniche.