- Dupilumab è il primo e unico biologico a dimostrare una riduzione clinicamente e statisticamente significativa (30%) delle esacerbazioni rispetto al placebo
- È il primo e unico biologico a mostrare un miglioramento rapido e significativo della funzione polmonare (160 mL in FEV1) rispetto al placebo (77 mL in FEV1)
- È il primo e unico biologico a dimostrare miglioramenti significativi della qualità di vita e dei sintomi respiratori
- La BPCO rappresenta la terza causa di morte in tutto il mondo e non ha nuovi approcci terapeutici approvati da oltre un decennio; lo studio ha arruolato pazienti con malattia da moderata a grave ed evidenza di infiammazione di tipo 2 (cioè, eosinofili nel sangue ≥300 cellule/μL)
- La BPCO è la settima patologia in cui dupilumab mostra risultati positivi pivotali, confermando il ruolo chiave delle interluchine IL-4 e IL-13 nelle malattie infiammatorie di tipo 2.
Dietmar Berger, M.D., Ph.D.
Responsabile R&S globale e Chief Medical Officer di Sanofi
"Il cambiamento non sarà mai abbastanza rapido per le persone affette da BPCO non controllata, perché purtroppo molti trattamenti sperimentali non sono riusciti a dimostrare risultati clinici significativi, lasciando questi pazienti vulnerabili e con opzioni terapeutiche limitate. Abbiamo adottato un approccio coraggioso con il nostro programma diretto alla Fase 3, riducendo di anni le tempistiche standard di sviluppo clinico. Siamo entusiasti di condividere questi risultati clinici senza precedenti e potenzialmente in grado di cambiare il paradigma e che possono dare nuove speranze a pazienti, assistenti e medici.”
La BPCO è una malattia respiratoria potenzialmente letale che danneggia i polmoni e causa un progressivo declino della funzionalità polmonare. I sintomi includono tosse persistente e dispnea che possono non solo compromettere la capacità di svolgere le attività quotidiane ma possono anche condurre ad ansia, depressione e disturbi del sonno. La BPCO è anche associata a un significativo onere sanitario ed economico dovuto alle esacerbazioni acute ricorrenti che richiedono il trattamento con corticosteroidi sistemici e/o portano all'ospedalizzazione o addirittura alla morte. Il fumo è un fattore di rischio fondamentale per la BPCO, ma anche chi smette di fumare può comunque sviluppare la malattia. Solo negli Stati Uniti, circa 300.000 persone convivono con una BPCO non controllata e con un'infiammazione di tipo 2.
George D. Yancopoulos, M.D., Ph.D.
Presidente e Direttore scientifico di Regeneron
“La BPCO è un problema urgente per la salute globale e una malattia notoriamente difficile da trattare a causa della sua eterogeneità, con nessun nuovo trattamento approvato da oltre un decennio. In questo storico studio di Fase 3, i pazienti con BPCO non controllata hanno ottenuto risultati clinici con dupilumab di portata mai vista prima con un farmaco biologico. Questi risultati convalidano anche il ruolo dell'infiammazione di tipo 2 nel determinare la BPCO in questi pazienti, facendo progredire la comprensione della comunità scientifica del ruolo biologico alla base di questa malattia. Non vediamo l'ora di discutere questi risultati entusiasmanti con le autorità regolatorie.”
Nello studio di Fase 3 BOREAS (il primo di due studi di Fase 3), 939 adulti fumatori o ex fumatori di età compresa tra 40 e 80 anni sono stati randomizzati a ricevere dupilumab (n=468) o il placebo (n=471), in aggiunta alla terapia inalatoria standard massima. I pazienti che hanno ricevuto dupilumab hanno sperimentato:
- Riduzione del 30% delle esacerbazioni acute moderate o gravi della BPCO in 52 settimane (p=0,0005), l'endpoint primario.
- Il miglioramento della funzione polmonare rispetto al basale è stato di 160 mL a 12 settimane rispetto ai 77 mL del placebo (p<0,0001) e il beneficio rispetto al placebo si è mantenuto fino alla settimana 52 (p=0,0003), entrambi endpoint secondari chiave.
I risultati sulla sicurezza sono stati generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate. I tassi complessivi di eventi avversi (AE) sono stati del 77% per dupilumab e del 76% per il placebo. Gli AE più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo comprendevano cefalea (8,1% dupilumab, 6,8% placebo), diarrea (5,3% dupilumab, 3,6% placebo) e mal di schiena (5,1% dupilumab, 3,4% placebo). Gli AE più comunemente osservati con il placebo rispetto a dupilumab comprendevano infezione del tratto respiratorio superiore (9,8% placebo, 7,9% dupilumab), ipertensione (6,0% placebo, 3,6% dupilumab) e COVID-19 (5,7% placebo, 4,1% dupilumab). Gli effetti collaterali che hanno portato al decesso sono stati bilanciati tra i due bracci (1,7% placebo, 1,5% dupilumab).
Alberto Papi, M.D., Ph.D.
Professor and Chair of Respiratory Medicine, Director of Respiratory Unit, Emergency Department, University Hospital Sant’Anna, Ferrara
“La prospettiva di poter contare su una terapia come dupilumab anche per la BPCO ha un valore scientifico e clinico davvero significativo. La sua comprovata efficacia e il suo favorevole profilo di sicurezza delineano potenzialmente un passo avanti chiave per chi convive con questa patologia, che si presenta con sintomi gravi e debilitanti e che possono peggiorare drammaticamente durante le riacutizzazioni”.
Francesca Puggioni
CapoSezione ImmunoCenter, IRCCS Humanitas Research Hospital
"La BPCO è una patologia polmonare fortemente aggressiva e progressiva. Questi risultati sono importanti perché, dopo tanti anni, ci danno l’opportunità di poter contare su un approccio terapeutico immunologico nuovo in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti e quindi la gestione di una patologia grave e disabilitante. Dupilumab ha il potenziale per diventare un’opzione di trattamento efficace per tutti coloro che presentano una patologia non adeguatamente controllata con le terapie ad oggi disponibili, il che aiuterà a poter trattare anche i pazienti affetti da BPCO con un approccio di medicina di precisione e, ci auguriamo, a prevenire la progressione della loro malattia."
Dupilumab
Dupilumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce le vie di segnalazione mediate da interleuchina-4 (IL-4) e interleuchina-13 (IL-13) e non è un immunosoppressore. Il programma di sviluppo di dupilumab, negli studi di fase 3, ha dimostrato un significativo beneficio clinico e una riduzione dell'infiammazione di tipo 2, stabilendo che le interleuchine IL-4 e IL-13 sono fattori chiave e centrali dell'infiammazione di tipo 2 che svolge un ruolo importante in molteplici malattie correlate e che spesso si presentano in condizione di co-morbidità. Queste malattie includono indicazioni per cui dupilumab è già stato approvato, come la dermatite atopica, l'asma e la rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP), la prurigo nodulare (PN) e l’esofagite eosinofila(EoE).