Premiati sei dei sedici progetti strategici dedicati alle scienze della vita prodotti dal network Life Science Excellence Hub (LSEH), frutto della sinergia di università, enti di ricerca e numerose imprese del territorio nell’ambito del “Programma operativo regionale del Lazio 2014-2019”.

I i progetti di ricerca e sviluppo LSEH hanno l’obiettivo di disseminare e trasferire le conoscenze maturate dagli enti scientifici all’interno del tessuto produttivo del territorio, promuovendo una proficua sinergia con piccole e medie imprese, una collaborazione destinata a dare risposte alle esigenze della sanità pubblica grazie a idee lungimiranti e innovative.
Fra i progetti premiati, quattro sono stati coordinati da dipartimenti della Sapienza
Le proposte, presentate alla Sapienza lo scorso 23 febbraio, vedono l’Ateneo capofila di ben 4 dei progetti risultati vincitori dei premi forniti dalla Enterprise European Network che ha messo a disposizione delle aziende partner una serie di servizi specialistici nel follow up delle idee progettuali.
Dalle infezioni del sangue alle emergenze cardiovascolari, dalle lesioni profonde della pelle alle patologie gastrointestinali, i progetti vincitori hanno risposto ai criteri di innovazione, originalità, impatto sul territorio e replicabilità della soluzione, stabiliti per l’assegnazione dei premi.
L’obiettivo prefissato era quello di offrire risposte alle esigenze della sanità pubblica grazie a idee lungimiranti e innovative.
Così PAGIMETER, un immunosensore modificato con materiale nanostrutturato, ideato da più dipartimenti della Sapienza, tra cui il Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione e il Dipartimento di Chimica e tecnologia del farmaco, permetterà una rilevazione accurata e non invasiva dei biomarcatori fecali di infiammazione intestinale (calprotectina e lattoferrina) raggiungendo un livello di specificità e sensibilità paragonabile ai sistemi di misura tradizionale. Un sistema digitale di questo tipo rappresenta un importante progresso nella gestione di malattie ad alta prevalenza.
Gli altri progetti vincitori sono MICOLET, un dispositivo di analisi a cavità ottica di microscopia per la valutazione di lesioni profonde della pelle frutto della collaborazione fra Crisel, IIT e Sapienza; NANO TAFT di Kay Systems Italia, NG Detectors, FISMECO e Sapienza, una consolle di integrazione di immagini SPET e di risonanza magnetica per la costruzione di un piano di trattamento di termoablazione. E ancora, ITHACA, un progetto di Takis, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Campus Bio-Medico di Roma volto a rinnovare le terapie antitumorali; INTSEPS l’innovativo sistema di Sapienza, Nurex S.r.l., Università Cattolica del Sacro Cuore e Campus Bio-Medico di Roma per la diagnosi microbiologica integrata per la sepsi, e infine SENSOCARD, un dispositivo non invasivo per la rilevazione delle emergenze cardiovascolari di Microsis S.r.l. e CNR con la collaborazione di Tor Vergata e del Policlinico Umberto I.
La medicina del futuro sarà, grazie all’innovazione tecnologica, sempre più sistemica e proattiva, dunque i medici dovranno essere, a loro volta, sempre più in grado di individuare bisogni e fattori di rischio per migliorare le proprie capacità di prevenzione e diagnosi.
Avanzare in questa direzione significherà sviluppare modelli di assistenza sempre più predittivi, personalizzati e partecipativi, supportati da sistemi digitali complessi e sofisticati. Per questo, il primo grande risultato di LSEH è certamente quello di aver dimostrato la resilienza di imprese, università ed enti di ricerca del Lazio. Passa anche da qui l’innovazione verso la medicina del futuro.