
Ipsen annuncia la presentazione, al Congresso 2021 della European Society for Medical Oncology (ESMO), della nuova analisi effettuata in diverse forme tumorali di pazienti trattati con cabozantinib. Si segnala la presentazione dell’analisi finale dello studio registrativo di Fase III COSMIC-311 (Abstract LBA67), che dimostra un beneficio di efficacia clinicamente significativo e sostenuto con cabozantinib versus placebo nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide refrattario al radioiodio, precedentemente trattato (RAI-R DTC).
Ad un follow-up mediano di 10,1 mesi, cabozantinib ha continuato a dimostrare una sopravvivenza mediana libera da progressione (mPFS) superiore, con una riduzione del rischio di progressione della malattia o di morte del 78% rispetto a placebo. L’analisi finale è coerente con i dati dell’analisi ad interim, presentata al Congresso annuale 2021 della American Society of Clinical Oncology (ASCO) e pubblicata su The Lancet Oncology, Ulteriori dati dell’analisi finale hanno anche confermato che è stata mantenuta la maggiore efficacia, indipendentemente dalla precedente terapia mirata al fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR).
Steven Hildemann, M.D., Executive Vice President, Chief Medical Officer, Global Patient Safety and Patient Affairs, Ipsen ha affermato: “Il potenziale di cabozantinib continua ad essere confermato come opzione terapeutica fondamentale a nostra diposizione contro una vasta gamma di tumori. I dati finali dello studio COSMIC-311 sono un grande esempio di come cabozantinib possa fare concretamente la differenza nella vita dei pazienti, e attendiamo di conoscere la decisione dell’EMA il prossimo anno. Siamo impegnati ad analizzare il ruolo che cabozantinib può continuare a svolgere contro i tumori difficili da trattare, mentre aspettiamo i risultati degli studi di Fase III tuttora in corso nel tumore del polmone non a piccole cellule (CONTACT-01) e nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (CONTACT-02).”
Altri dati di cabozantinib presentati ad ESMO comprendono nuovi risultati della coorte 6 dello studio di Fase Ib COSMIC-021 che valuta la combinazione di cabozantinib con atezolizumab nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione precedentemente trattato (mCRPC) (Abstract LBA24). Le analisi aggiuntive si basano sui dati ad interim presentati ad ASCO 2020, con un ampliamento di 132 pazienti nella coorte valutata. Ad un follow-up minimo di 15,2 mesi, l’endpoint primario di tasso di risposta obiettivo (ORR) stabilito dall’investigatore secondo i criteri RECIST 1.1 (criteri di valutazione della risposta nei tumori solidi) era del 23%, con tre pazienti in risposta completa (CR).
La Prof. Dott. Gunhild von Amsberg, University Medical Center Hamburg-Eppendorf (UKE) e sperimentatore dello studio CONTACT-02, ha affermato: “Come uro-oncologa sono molto incoraggiata dai risultati presentati al congresso ESMO di quest’anno. Per i pazienti con carcinoma avanzato metastatico della prostata resistente alla castrazione, la prognosi è spesso sfavorevole e il potenziale di nuove terapie innovative è di fondamentale importanza. Sulla base di questi risultati clinicamente significativi di cabozantinib più atezolizumab dalla coorte 6 dello studio COSMIC-021 attendiamo con ansia i risultati della fase III in corso CONTACT-02″.
Sono stati inoltre presentati ad ESMO i risultati di ulteriori analisi dello studio di riferimento di Fase III CheckMate -9ER che valuta la combinazione di cabozantinib e nivolumab, con ulteriori prove per informare il processo decisionale clinico nel carcinoma a cellule renali avanzato (RCC). I nuovi dati dimostrano la migliore efficacia di cabozantinib associato a nivolumab, indipendentemente dallo stato di precedente nefrectomia, misurato con PFS, ORR, CR e risultati di durata della risposta, rispetto a sunitinib (Abstract 663P). Inoltre è stata presentata un’analisi di confronto indiretto aggiustata per corrispondenza, che ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa in termini di miglioramento dei parametri correlati alla qualità di vita legata alla salute, a favore di cabozantinib e nivolumab, rispetto alla combinazione di axitinib e pembrolizumab (Abstract 668P).