Prof. Fabrizio Ammirati: “se a questa si aggiunge l’opportunità di trasmettere immagini ed elettrocardiogrammi da remoto mediante la telemedicina, è possibile progettare e realizzare una nuova organizzazione della Sanità, superando gli schemi attuali ormai non sostenibili”. Per migliorare percorsi di cura e gestione clinica delle malattie (soprattutto croniche)

L'intelligenza artificiale (A.I.) – si può definire come la capacità di un elaboratore elettronico (machine learning) di recepire, elaborare e interpretare mediante algoritmi informatici e complessi calcoli matematici una grande quantità di dati, simulando artificialmente quanto avviene nel processo di apprendimento e di elaborazione della mente umana - si applica ormai in molti ambiti della nostra vita quotidiana ma recentemente va sempre più affermandosi come utile strumento in medicina.
“Recepire ed elaborare centinaia di migliaia di immagini radiologiche o elettrocardiografiche consente di identificare quadri di normalità differenziandoli da quelli patologici che, a loro volta, possono essere catalogati e interpretati favorendo le diagnosi - spiega il Prof. Fabrizio Ammirati, Direttore della UOC Cardiologia dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia (Roma) che tratterà il tema dell’applicazioni delle innovazioni digitali in campo medico il 10 e 17 giugno al convegno Cardioaritmologia e Sanità Digitale. L'intelligenza artificiale può entrare definitivamente nel percorso diagnostico terapeutico di molte patologie e può migliorare l'approccio clinico al paziente”.
Nell'attuale pratica clinica l’intelligenza artificiale viene infatti già utilizzata in ambito radiologico, neurologico e cardiologico. L'intelligenza artificiale è infatti in grado di: riconoscere i quadri radiologici suggestivi di ictus celebrale o di tumori del cervello con buona affidabilità e appropriatezza, permettendo una più rapida attivazione delle cure; riconoscere un elettrocardiogramma normale con estrema precisione ma è in grado anche di riconoscere interpretare un elettrocardiogramma patologico; identificare con buona attendibilità sull’elettrocardiogramma le aritmie cardiache e, in particolare, la fibrillazione atriale, permettendo di prevenire l'ictus celebrale e lo scompenso cardiaco mediante l'immediata attivazione delle terapie appropriate. “Se poi alla intelligenza si aggiunge anche la possibilità di trasmettere le immagini e gli elettrocardiogrammi da remoto mediante la telemedicina dai presidi sanitari del territorio ad un centro cardiologico di riferimento – continua Ammirati - si può ben comprendere come avere tali strumenti può permettere di progettare e realizzare una nuova organizzazione della Sanità più efficiente, superando gli schemi ormai non sostenibili dell'organizzazione sanitaria attuale”.
Migliorare i percorsi di cura e la gestione clinica delle malattie, soprattutto croniche, con l’applicazione di sistemi di sanità digitale è possibile oltre che necessario, ma “l'intelligenza artificiale si propone come uno strumento valido di ausilio per il medico che rimane però il principale riferimento per decidere le cure del paziente” – precisa Ammirati. “Con operatori sanitari, autorità sanitarie e esperti di Sanità digitale approfondiremo tematiche relative alla digitalizzazione in sanità e in particolare in cardiologia, nel convegno Cardioaritmologia e Sanità Digitale”.