- Il farmaco si chiamerà Lenmeldy: l’approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’ente regolatorio statunitense, arriva a tre anni e mezzo di distanza da quella europea e permetterà di ampliare la comunità di pazienti a cui è destinato il farmaco.
- È stato approvato per il trattamento di bambini affetti dalle forme a esordio precoce di leucodistrofia metacromatica (MLD), in particolare quelle infantile tardiva in fase pre-sintomatica (PSLI), giovanile precoce in fase pre-sintomatica precoce (PSEJ) e sintomatica iniziale (ESEJ).
- Messo a punto grazie a quasi 20 anni di ricerca dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica di Milano, il farmaco è il risultato dell’alleanza strategica tra Fondazione Telethon, IRCCS Ospedale San Raffaele e l’azienda biotech Orchard Therapeutics.
La MLD è una grave malattia metabolica di origine genetica, che si stima colpisca 1 bambino ogni 100 mila. È causata da mutazioni in un gene, arilsulfatasi-A (ARSA), che portano all’accumulo di particolari sostanze chiamate solfatidi nel cervello e in altre parti dell’organismo, tra cui fegato, cistifellea, reni, milza. Nelle sue forme più gravi, che sono anche le più comuni, questi bambini perdono rapidamente la capacità di camminare, parlare e interagire con il mondo circostante: la maggior parte di loro muore in età infantile e ha a disposizione soltanto cure palliative.
Lenmeldy è una terapia genica che viene somministrata tramite un’unica infusione e ha dimostrato di preservare la funzione motoria e le capacità cognitive nella maggior parte dei pazienti con un follow-up fino a 12 anni (mediana 6,76 anni). Il trattamento prevede il prelievo delle cellule staminali ematopoietiche del paziente, ovvero quelle staminali che danno origine a tutti gli elementi del sangue. Le cellule vengono poi corrette con un vettore lentivirale (derivato cioè da una versione modificata e innocua del virus HIV) che consente di inserire nel loro patrimonio genetico più copie funzionanti del gene ARSA. Queste cellule geneticamente modificate vengono poi reinfuse nel paziente: la loro capacità di attraversare la barriera emato-encefalica, raggiungere il cervello ed esprimere livelli di enzima funzionante superiori al normale permette di correggere la disfunzione all’origine della malattia in modo continuo e a seguito di un singolo trattamento. L’enzima prodotto in quantità superiori al normale dalle cellule ingegnerizzate viene infatti assorbito e utilizzato anche dalle altre cellule cerebrali che contengono ancora la mutazione nel gene ARSA e che quindi non sono in grado di produrlo da sé.
La leucodistrofia metacromatica può avere diverse forme, che si classificano in base all’età di insorgenza: Lenmeldy è indicata per i bambini con le forme tardo-infantile o giovanile-precoce che ancora non abbiano manifestato i segni clinici della malattia e per quelli con la forma giovanile precoce che, pur presentando le prime manifestazioni cliniche della malattia, siano ancora in grado di camminare in modo indipendente e non abbiano ancora presentato un declino delle capacità cognitive.
«Siamo felici che anche la FDA abbia validato l’efficacia e la sicurezza della terapia genica della MLD approvandone l’immissione sul mercato americano e rendendola finalmente disponibile a un numero maggiore di pazienti – ha commentato il direttore dell’SR-TIGET Luigi Naldini. Con la prima prova clinica su questa malattia abbiamo iniziato quasi vent’anni fa un percorso innovativo, che ha portato al trattamento efficace e sicuro di centinaia di pazienti affetti da un numero crescente di malattie genetiche con cellule staminali del sangue corrette geneticamente con i vettori lentivirali. Una linea di ricerca coraggiosa intrapresa qui al SR-Tiget da una straordinaria squadra di ricercatori e clinici in partnership con la Fondazione Telethon e il cui successo è stato ormai replicato in vari altri centri nel mondo. Attualmente sono 5 i farmaci di terapia genica avanzata basati su vettori lentivirali approvati in Europa, a cui si aggiunge naturalmente l’approvazione di Lenmeldy negli USA. Un risultato emozionante che ci fa guardare con fiducia al futuro e anche vivere un momento di orgoglio per quello che la ricerca italiana può dare al mondo».
Aggiunge il consigliere delegato di Telethon Francesca Pasinelli: «Questa notizia è un’altra conferma del fatto che stiamo mantenendo la promessa fatta alla comunità dei pazienti, al di là dei confini nazionali, e a tutti i nostri sostenitori. Spero che si sentano gratificati di aver creduto nella causa delle malattie genetiche rare e di averci accordato la loro fiducia. Vorrei quindi cogliere l’occasione per ringraziare nuovamente tutti i singoli donatori e le aziende partner che in questi oltre trent’anni hanno contribuito a finanziare la ricerca e le nostre attività. Il loro sostegno fin qui è stato fondamentale e d’ora in avanti lo sarà sempre di più: il nostro obiettivo è infatti offrire terapie innovative e mirate a un numero sempre maggiore di pazienti e per un numero crescente di malattie genetiche rare, facendoci carico anche della loro produzione e distribuzione quando necessario».