
“Il carcinoma mammario metastatico triplo-negativo, PD-L1 positivo rappresenta una delle tipologie di tumore della mammella più aggressive e difficili da trattare” afferma il Prof. Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Mammaria e Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Fondazione Pascale di Napoli “I risultati positivi dello studio IMpassion130, dimostrano per la prima volta che l’utilizzo di una immunoterapia come atezolizumab in associazione alla chemioterapia possa generare un vantaggio terapeutico in termini di controllo della malattia e di sopravvivenza. Si tratta di un risultato particolarmente importante perché riguarda una popolazione di pazienti per la quale non si avevano a disposizione, ad oggi, delle armi terapeutiche mirate e che apre la strada all’utilizzo dell’immunoterapia nel tumore della mammella”.
“Il raggiungimento di questo ulteriore step approvativo segna una nuova svolta nel trattamento del tumore al seno metastatico triplo-negativo, una forma particolarmente aggressiva in cui esiste ancora un forte bisogno clinico insoddisfatto” afferma Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development Roche “Ci auguriamo che le donne affette da questa tipologia di tumore in Europa possano presto beneficiare di questa nuova opzione terapeutica”.
La raccomandazione del CHMP si basa sui dati dello studio di Fase III IMpassion130 il quale ha dimostrato che atezolizumab, in associazione al chemioterapico nab-paclitaxel, è in grado di ridurre significativamente (38%) il rischio di peggioramento della malattia o di morte (PFS) rispetto al solo nab-paclitaxel (PFS mediana=7.5 vs. 5 mesi; HR=0.62, 95% CI: 0.49-0.78, p<0.0001) nelle pazienti positive all’espressione del biomarcatore PD-L1 sulle cellule immunitarie (IC) infiltranti il tumore. L'associazione di atezolizumab alla chemioterapia ha inoltre mostrato un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale (OS) di sette mesi rispetto al solo nab-paclitaxel nelle pazienti PD-L1-positive (OS mediana=25.0 vs 18.0 mesi; HR=0.71, 95% CI: 0.54-0.93).
La valutazione del biomarcatore PD-L1 sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore è essenziale per identificare i pazienti con TNBC che possono beneficiare di questa associazione con atezolizumab. Lo stato di espressione di PD-L1 nello studio IMpassion130 è stato valutato con il kit di immunoistochimica VENTANA SP142.
La sicurezza nel braccio atezolizumab più nab-paclitaxel è apparsa coerente con i profili di sicurezza noti dei singoli farmaci oggetto dello studio o della patologia stessa, e non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza con l’impiego di tale associazione. Sono stati segnalati casi di eventi avversi gravi (SAE) nel 23% delle pazienti trattate con atezolizumab più nab-paclitaxel rispetto al 18% tra le pazienti trattate con la sola chemioterapia. Gli eventi avversi (EA) di grado 3-4 sono stati segnalati nel 49% dei soggetti che hanno ricevuto atezolizumab più nab-paclitaxel rispetto al 42% dei soggetti sottoposti alla sola chemioterapia.
Il tumore al seno triplo negativo metastatico (mTNBC) rappresenta la forma di tumore della mammella più difficile da curare. Le cellule di questo tumore infatti non presentano sulla loro superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono dirette le cure attualmente più efficaci (ER, PgR, HER2). Proprio per questa ragione le opzioni di trattamento del mTNBC sono ancora fortemente limitate, non esiste uno standard di cura comunemente accettato e la prognosi è estremamente scarsa. Un bisogno terapeutico insoddisfatto su cui Roche sta da tempo investendo, con sette studi di Fase III su atezolizumab compresi gli stadi iniziali e avanzati di questo tipo di tumore.
Lo studio IMpassion130
Lo studio IMpassion130 è uno studio di fase III, multicentrico, randomizzato in doppio cieco, volto a valutare l'efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica di atezolizumab e nab-paclitaxel rispetto a placebo in associazione con nab-paclitaxel in donne con carcinoma triplo negativo localmente avanzato non resecabile o metastatico che non abbiano ricevuto una precedente terapia sistemica per il tumore in oggetto. Lo studio ha coinvolto 902 pazienti randomizzate secondo il rapporto (1:1). Gli endpoint co-primari sono la sopravvivenza libera da progressione (PFS) in base alla valutazione dello sperimentatore (RECIST 1.1) e la sopravvivenza globale (OS) nella popolazione ITT e PD-L1-positiva.
L’esecuzione di un test di significatività statistica per la OS nella popolazione PD-L1 positiva dipende dai risultati in termini di OS ottenuti in tutti i pazienti randomizzati. Lo stato di espressione di PD-L1 è stato valutato con il saggio VENTANA PD-L1 (SP142). Gli endpoint secondari comprendono il tasso di risposta obiettiva, la durata della risposta e i patient-reported outcomes (PROs).
I risultati in termini di OS nella popolazione PD-L1-positiva non sono stati formalmente testati a causa del disegno gerarchico dello studio in quanto la significatività statistica non è stata raggiunta per la OS nella popolazione ITT (mediana OS=21.0 vs 18.7 mesi; HR=0.86, 95% CI: 0.72-1.02, p=0.078). Lo studio proseguirà fino alla prossima analisi programmata.
Il carcinoma mammario triplo-negativo
Il carcinoma mammario è il tumore più comune tra le donne, con oltre 2 milioni di casi diagnosticati ogni anno in tutto il mondo. Il TNBC rappresenta il 15% di tutti i tumori al seno ed è più diffuso tra le donne sotto i 50 anni, rispetto ad altre forme di carcinoma mammario. È definito dalla mancanza di espressione e/o amplificazione dei recettori bersaglio per estrogeni, progesterone e amplificazione HER2. Le pazienti con TNBC metastatico in genere hanno una progressione rapida e una OS inferiore rispetto alle pazienti con altri sottotipi di cancro al seno.
Maggiori informazioni su atezolizumab
Atezolizumab è un anticorpo monoclonale studiato per legarsi ad una proteina chiamata PD-L1 espressa sulle cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore, in modo da bloccarne le interazioni con i recettori PD-1 e B7.1. Inibendo PD-L1, atezolizumab può consentire l'attivazione dei linfociti T. Potenzialmente, atezolizumab può essere utilizzato in associazione con altre immunoterapie oncologiche, con le terapie target e con varie chemioterapie per il trattamento di un'ampia gamma di tumori. Lo sviluppo di atezolizumab e del relativo programma clinico si basa su una maggiore comprensione del modo in cui il sistema immunitario interagisce con i tumori e sul modo in cui sfruttare il sistema immunitario per combattere il cancro in modo più efficace.
Atezolizumab è approvato negli Stati Uniti, nell'UE e/o nei paesi di tutto il mondo, da solo o in associazione a terapie e/o chemioterapie mirate in varie forme di carcinoma polmonare non a piccole cellule e a piccole cellule, alcuni tipi di carcinoma uroteliale metastatico e nel carcinoma mammario PD-L1 positivo triplo-negativo.
Fonte: Ufficio Stampa APCO WorldWide