
Nell’agosto 2018, axicabtagene ciloleucel ha ricevuto dalla Commissione europea l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, diffuse large B-cell lymphoma) e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL, primary mediastinal B-cell lymphoma) entrambi recidivanti o refrattari, dopo due o più linee di terapia sistemica.3 Axicabtagene ciloleucel è stato approvato dalla US Food and Drug Administration nell’ottobre 2017.4
A due anni, la miglior risposta obiettiva tramite valutazione dello sperimentatore (n = 101) ha dimostrato un tasso di risposta globale (ORR, overall response rate) dell’83%, con il 58% dei pazienti che ha ottenuto una risposta completa (CR, complete response). Con un follow-up mediano di 27,1 mesi, il 39% dei pazienti ha mantenuto la risposta, incluso il 37% dei pazienti con CR.1 Il 93% dei pazienti con risposta continua a 12 mesi ha mantenuto tale risposta a 24 mesi.1 La durata mediana della risposta è stata di 11,1 mesi; la durata mediana della risposta completa non è stata raggiunta. La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta.
“Con tumori aggressivi come il linfoma a grandi cellule B refrattario, l’obiettivo principale è quello di prolungare la vita dei pazienti mantenendo una qualità di vita il più alta possibile”, ha dichiarato Paolo Corradini, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Onco-ematologia pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e presidente della Società Italiana di Ematologia. “I risultati presentati qui a San Diego dello studio ZUMA-1 sono molto incoraggianti perché la durata delle risposte complete dei pazienti con un maggiore follow-up ci fa pensare per la prima volta che alcuni pazienti possano essere guariti e inoltre non sono state segnalate tossicità tardive inaspettate”.
Nell’analisi dei dati a due anni (n = 108), sono stati osservati sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore ed eventi neurologici rispettivamente nell’11% e nel 32% dei pazienti, e tali effetti sono stati in genere reversibili. Altre reazioni avverse comuni di grado 3 o superiore includono encefalopatia, infezione da patogeno non specificato, infezione batterica, afasia, infezione virale, delirio, ipotensione e ipertensione.5 Vi sono stati cinque eventi avversi gravi a insorgenza tardiva (verificatisi dopo il precedente cut-off dei dati dell’11 agosto 2017), nessuno dei quali era correlato ad axicabtagene ciloleucel.1 Dall’analisi a un anno non si è verificata alcuna nuova sindrome da rilascio di citochine correlata a axicabtagene ciloleucel, né alcun evento neurologico o decesso correlato ad axicabtagene ciloleucel.
“Quello dei due anni è un altro traguardo importante per Axi-cel, che nel corso dello studio ZUMA-1 ha prolungato la vita di un numero significativo di pazienti e ha fornito importanti insegnamenti, che ci permetteranno di migliorare ulteriormente la ricerca e lo sviluppo delle terapie CAR-T”, ha affermato Alessandro Riva, MD, Vice presidente esecutivo di Oncology Therapeutics e Head, Cell Therapy presso Gilead Sciences. “Questi dati non sono solo significativi per la comunità di persone affette da linfomi, ma servono anche a consolidare la nostra leadership nella terapia cellulare, mentre cerchiamo di trasformare il trattamento di diversi tumori con altre terapie sperimentali della nostra pipeline”.
Fonte: Ufficio Stampa HonBoard