I nuovi dispositivi senza fili, o “wireless”, al Monzino sono utilizzati ormai da quasi due anni e il loro livello di miniaturizzazione è sempre maggiore, ma mai un pacemaker aveva raggiunto le dimensioni di oggi: una micro capsula che misura poco più di 2 centimetri.
Niente tagli chirurgici
Mentre i pacemaker classici necessitano un intervento chirurgico per essere impiantati, i nuovi dispositivi, grazie alle loro dimensioni ridottissime e all’assenza di fili, possono essere inseriti direttamente nella cavità cardiaca passando attraverso la vena femorale con una procedura interventistica. Questo si traduce in grandi vantaggi per i pazienti: nessuna incisione del torace, nessuna cicatrice, nessuna tasca sottocutanea e nessun rischio di incorrere nelle problematiche che un atto operatorio può comportare.
I vantaggi di essere senza fili
Una volta posizionato, il pacemaker wireless emette impulsi elettrici in grado di normalizzare il battito cardiaco, grazie a un elettrodo posto sul dispositivo stesso.L’assenza dei classici fili degli elettrodi di stimolazione riduce la possibilità che il sistema vada incontro a malfunzionamenti legati al danneggiamento dei cavi, e la batteria a lunga durata può assicurare al dispositivo una tenuta superiore a quella standard, in media di 5-6 anni.
Il futuro è la miniaturizzazione
A differenza dei sistemi tradizionali, che riescono a stimolare elettricamente tutto il cuore, i nuovi pacemaker senza fili sono in grado di agire su una sola camera cardiaca, pertanto attualmente sono candidabili alla nuova applicazione solo i pazienti meno gravi. Ma, dichiara il Prof. Claudio Tondo, Responsabile dell’Aritmologia del Monzino: «Questi nuovi dispositivi rivoluzioneranno il mondo dei pacemaker. Siamo all’inizio, ma la strada è aperta: nel tempo gli impianti tradizionali saranno progressivamente sostituiti dalla nuova tecnologia anche per i casi più complessi. I sistemi miniaturizzati rappresentano il futuro».
Fonte: Ufficio Stampa Centro Cardiologico Monzino, Milano