- I risultati dello studio di fase III hanno evidenziato che l’iniezione sottocutanea è in linea con l’infusione endovena e hanno dimostrato una soppressione quasi completa dell’attività infiammatoria (97%) e delle lesioni alla RM (97,2%) nel corso di 48 settimane.
- L’iniezione s.c. della durata di 10 minuti due volte all’anno potrebbe estendere l’utilizzo di ocrelizumab ai centri di trattamento con capacità infusionali limitate o senza infrastrutture per la somministrazione endovenosa.
- La FDA statunitense e l’EMA hanno accettato le sottomissioni in base ai dati dello studio OCARINA II. L’approvazione è prevista entro la metà del 2024 nell’UE e a settembre 2024 negli USA.
“Grazie a un intero anno di dati che dimostrano una soppressione quasi completa dell’attività infiammatoria e della progressione l’iniezione sottocutanea di ocrelizumab della durata di 10 minuti evidenzia risultati coerenti con i benefici consolidati di ocrelizumab endovena”, ha dichiarato Levi Garraway, M.D., Ph.D., Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Siamo impazienti di continuare a dialogare con gli enti regolatori di tutto il mondo per poter offrire un’ulteriore opzione terapeutica, con un tempo di iniezione più breve, a un maggior numero di persone affette da SM”.
Dai risultati a lungo termine aggiornati è emerso che l’iniezione s.c. di ocrelizumab ha prodotto una soppressione quasi completa delle ricadute (il 97,2% dei pazienti non ha manifestato alcuna recidiva durante la fase di trattamento) e delle lesioni alla risonanza magnetica (RM) fino a 48 settimane: il tasso di recidiva annualizzato (ARR) si è attestato a 0,04 e la maggior parte dei pazienti non presentava lesioni captanti gadolinio in T1 (T1 Gd+) né lesioni in T2 nuove/aumentate di volume. Questi tipi di lesioni sono dei marcatori dell’infiammazione attiva. Inoltre, nelle misure di outcome riferite dai pazienti (Patient reported outcomes (PROs)) i pazienti hanno riportato un livello elevato di soddisfazione (il 92,3% si è dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto) e di praticità (il 90,1% ha trovato la formulazione pratica o molto pratica) con l’iniezione s.c. di ocrelizumab.
“I risultati aggiornati dello studio OCARINA II sottolineano ulteriormente i benefici potenziali di ocrelizumab sottocute per i pazienti con forme sia recidivanti che progressive di SM” ha affermato Scott Newsome, D.O., autore principale, Johns Hopkins University School of Medicine. “I pazienti trattati con ocrelizumab sottocute hanno manifestato una soppressione adeguata dei linfociti B e una soppressione quasi completa dell’attività di malattia infiammatoria. Questi risultati dimostrano le potenzialità di ocrelizumab sottocute come opzione terapeutica in grado di rispondere alle specifiche esigenze delle persone affette da SM e degli operatori sanitari”.
L’iniezione s.c. della durata di 10 minuti due volte all’anno potrebbe estendere l’utilizzo di ocrelizumab ai centri di trattamento con capacità infusionali limitate o senza infrastrutture per la somministrazione e.v. I dati dello studio di fase III OCARINA II sono stati sottomessi alle autorità sanitarie di tutto il mondo dopo la loro prima presentazione durante il congresso ECTRIMS-ACTRIMS 2023. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e la Food and Drug Administration (FDA) statunitense hanno entrambe accettato le sottomissioni di Roche. Il termine previsto per le rispettive decisioni cade a metà del 2024 per l’EMA e a settembre 2024 per la FDA.
La formulazione sottocutanea di ocrelizumab
La formulazione sottocutanea sperimentale combina ocrelizumab con la ialuronidasi PH20 umana, una tecnologia di somministrazione del farmaco di Halozyme Therapeutics.
Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato pensato per colpire i linfociti B CD20-positivi, un tipo specifico di cellula immunitaria che si ritiene sia uno dei maggiori responsabili del danneggiamento della mielina (isolamento e sostegno della cellula nervosa) e dell’assone (parte della cellula nervosa). Nelle persone con SM, il danno alle cellule nervose può causare disabilità. Gli studi preclinici hanno dimostrato che ocrelizumab si lega alle proteine di superficie CD20 espresse su alcuni linfociti B, ma non sulle cellule staminali o su quelle plasmatiche, il che suggerisce che si possano conservare alcune importanti funzioni del sistema immunitario.
La tecnologia di somministrazione si basa su una ialuronidasi PH20 umana ricombinante proprietaria (rHuPH20), un enzima che degrada a livello locale e temporaneamente l’acido ialuronico – un glicosamminoglicano, una catena di zuccheri naturali presente all’interno dell’organismo – presente nello spazio sottocutaneo. Queste caratteristiche aumentano la permeabilità del tessuto sotto la pelle, creando lo spazio necessario per l’ingresso di grandi molecole come ocrelizumab, e consentono alla formulazione sottocutanea di essere rapidamente dispersa e assorbita nel sangue.
Ocrelizumab e.v. è la prima e unica terapia approvata sia per la SMR (comprese la SM recidivante-remittente [SMRR] e la SM secondariamente progressiva [SMSP] attiva o recidivante, oltre alla sindrome clinicamente isolata [CIS] negli USA) sia per la SMPP. Ocrelizumab e.v. viene somministrato tramite infusione endovenosa ogni sei mesi. La dose iniziale viene somministrata con due infusioni da 300 mg a due settimane di distanza. Le dosi successive vengono somministrate come singole infusioni da 600 mg-
La sclerosi multipla
La sclerosi multipla (SM) è una malattia cronica che colpisce più di 2,8 milioni di persone in tutto il mondo. La SM si sviluppa quando il sistema immunitario attacca in modo anomalo lo strato isolante e di supporto che circonda le cellule nervose (la guaina mielinica) nel sistema nervoso centrale (cervello, midollo spinale e nervi ottici), causando un’infiammazione e il danno che ne deriva. Questo danno può provocare una vasta gamma di sintomi, tra cui debolezza muscolare, spossatezza e problemi alla vista, e può aggravarsi fino ad una disabilità permanente. La maggior parte delle persone con SM manifesta il primo sintomo tra i 20 e i 40 anni di età, il che rende questa patologia la causa principale di disabilità non traumatica nei giovani adulti.
Le persone con qualunque forma di SM manifestano progressione della malattia, ossia perdita permanente di cellule nervose nel sistema nervoso centrale, fin dall’inizio della patologia, anche senza sintomi clinici evidenti o senza un apparente aggravamento degli stessi. Ritardi nella diagnosi e nel trattamento possono influire sfavorevolmente sulle persone con SM, in termini di salute fisica e mentale, e contribuire all’impatto finanziario negativo sul singolo soggetto e sulla società. Un obiettivo importante nel trattamento della SM è quello di rallentare, arrestare e idealmente prevenire l’attività e la progressione della malattia il prima possibile.
La SM recidivante-remittente (SMRR) è la forma più comune della malattia ed è caratterizzata da episodi con segni o sintomi nuovi, o da peggioramento di quelli già presenti (recidive), seguiti da periodi di ripresa. L’85% circa delle persone con SM riceve inizialmente una diagnosi di SMRR. Nella maggior parte delle persone a cui viene diagnosticata la SMRR, essa alla fine evolve in SM secondariamente progressiva (SMSP), contraddistinta da un peggioramento costante della disabilità nel corso del tempo. Le forme recidivanti della SM (SMR) riguardano persone con SMRR e persone con SMSP che continuano a manifestare recidive. La SM primariamente progressiva (SMPP) è una forma debilitante della malattia caratterizzata da sintomi in costante peggioramento, ma solitamente senza recidive percepibili o periodi di remissione, e viene diagnosticata nel 15% circa delle persone con SM. Prima dell’approvazione di ocrelizumab da parte della Food and Drug Administration (FDA) non esistevano trattamenti per la SMPP approvati dalla FDA.