
- Gli uomini trattati con 177Lu-PSMA-617 in aggiunta al miglior standard di cura hanno ottenuto una riduzione del 38% del rischio di morte (beneficio medio di sopravvivenza globale di 4 mesi) e del 60% del rischio di progressione della malattia rilevata radiograficamente o di morte (beneficio medio di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 5 mesi) rispetto al miglior standard di cura da solo
- Miglioramenti significativi sono stati raggiunti in tutti gli endpoint secondari, inclusi il tempo al primo evento scheletrico sintomatico, il tasso di risposta globale e il tasso di controllo di malattia
- I risultati dello studio VISION saranno presentati nella sessione plenaria del Congresso ASCO 2021; le sottomissioni all’autorità regolatoria americana ed europea sono previste nella seconda metà del 2021 e in fase di avvio 2 studi aggiuntivi nelle prime linee del tumore della prostata metastatico, con l’obiettivo di muoversi verso le fasi più precoci della malattia
- L’impegno di Novartis nella leadership della terapia con radioligando (RLT) rafforzato ulteriormente dalle recenti partnership e dagli investimenti; più di 15 programmi di ricerca in corso per identificare e accelerare la nuova era delle terapie con radioligando nei tumori
Passi in avanti nel trattamento del tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione. Una nuova terapia mirata con radioligando. Novartis annuncia oggi i risultati dello studio di Fase III VISION che ha valutato 177Lu-PSMA-617 in aggiunta al migliore standard di cura (SOC) dimostrando un miglioramento significativo della sopravvivenza globale (OS) rispetto al solo standard di cura (SOC), nei pazienti con carcinoma della prostata progressivo metastatico resistente alla castrazione (mCRPC)1, positivo all’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA).
177Lu-PSMA-617 è in grado di ridurre del 38% il rischio di morte. La differenza nella sopravvivenza globale tra i bracci dello studio è risultata statisticamente significativa (p<0,001 unilaterale), con una riduzione stimata del 38% del rischio di morte nel braccio con 177Lu-PSMA-617 (n=551) rispetto al braccio con il solo miglior standard di cura (n=280) (rapporto di rischio: 0,62 con intervallo di confidenza (CI) 95%: (0,52, 0,74))
I pazienti trattati con 177Lu-PSMA-617 hanno inoltre dimostrato una riduzione statisticamente significativa (p<0,001 unilaterale) del 60% del rischio di progressione radiografica (rPFS) rispetto al braccio con il solo miglior standard di cura (rapporto di rischio: 0,40 con intervallo di confidenza (CI) 99.2% CI: (0,29 0,57))1. Nel braccio di trattamento con 177Lu-PSMA-617 si è verificato un tasso maggiore di eventi avversi collegati alla terapia (85.3%) rispetto al solo standard di cura (28.8%)
In entrambi i bracci dello studio, i tassi di interruzione del trattamento associati agli eventi avversi derivanti dalla terapia si sono presentati come segue: nel braccio con 177Lu-PSMA-617 più standard di cura (SOC) l’11,9% dei pazienti ha interrotto 177Lu-PSMA-617 e l’8,5% ha interrotto SOC; mentre nel braccio con il solo SOC il 7,8% dei pazienti ha interrotto il trattamento1.
“Entriamo nell’era della medicina di precisione nel carcinoma della prostata con lo studio VISION – afferma Giuseppe Procopio, Responsabile Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Per la prima volta viene dimostrata l’azione antitumorale selettiva di un radiofarmaco, il lutezio, in pazienti con malattia in fase di resistenza alla castrazione. L’efficacia antitumorale del lutezio ha indotto un significativo vantaggio in sopravvivenza libera da progressione e globale in pazienti selezionati sulla base di un esame diagnostico innovativo quale la PET PSMA”.
“Nel 2020 in Italia sono stati stimati circa 36mila nuovi casi di tumore della prostata – spiega Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della Struttura Complessa di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni -. L’impatto del tumore metastatico della prostata sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante, arrivando, in alcuni casi, a limitare la possibilità di dormire o camminare per il dolore. La nuova terapia mirata con radioligando, oltre a mostrare un’efficacia clinica molto promettente, rappresenta un approccio terapeutico innovativo e non cross-reagente con altri farmaci già disponibili, in una malattia ‘complessa’ da trattare. 177Lu-PSMA-617 è diretto contro l’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA), che è sovraespresso nella maggior parte delle cellule tumorali della prostata. In particolare, ha la capacità di agire solo sui tessuti malati risparmiando tutto ciò che sta attorno”.
“La medicina nucleare utilizza sostanze radioattive per colpire le cellule tumorali – sottolinea Ettore Seregni, Direttore Struttura Complessa Medicina Nucleare Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano -. L’approccio a una patologia come il tumore della prostata deve essere necessariamente multidisciplinare. Infatti, il medico nucleare lavora in team con l’oncologo e valuta se il paziente è candidabile al trattamento con 177Lu-PSMA-617 analizzando i risultati della PET diagnostica eseguita in precedenza. E’ prevedibile che questa terapia potrà essere eseguita in molti casi anche ambulatorialmente, senza quindi la necessità di ricovero del paziente. Le radiazioni emesse dal paziente, infatti, sono limitate e la radioattività si allontana in breve tempo, per cui, seguendo le opportune precauzioni ed indicazioni, non sono prevedibili rischi per caregiver e famigliari”.
Due ulteriori studi sulla terapia con radioligando 177Lu-PSMA-617 nelle prime linee del carcinoma prostatico metastatico sono pianificati di partire nella prima metà del 2021, per lo studio della potenziale utilità clinica nel setting pre-taxano (PSMAfore) del mCRPC e in quello metastatico sensibile agli ormoni (PSMAddition).
Il carcinoma della prostata avanzato
Il carcinoma della prostata è una forma di cancro che si sviluppa nella ghiandola prostatica, una piccola ghiandola a forma di noce nel bacino degli uomini. Nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione (CRPC), il tumore mostra segnali di crescita, come l’aumento dei livelli di antigene prostatico specifico (PSA), nonostante l’utilizzo di trattamenti ormonali che abbassano il testosterone. Nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), il tumore si diffonde ad altre sedi del corpo come gli organi o le ossa adiacenti e non risponde al trattamento ormonale. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con carcinoma della prostata metastatico è circa del 30%2.
La medicina di precisione fenotipica nel carcinoma prostatico avanzato
Nonostante i progressi nella cura del cancro della prostata, vi è un forte bisogno insoddisfatto di nuove opzioni di trattamento mirate per migliorare i risultati dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCRPC). Più dell’80% dei tumori della prostata esprime in quantità elevate un biomarcatore fenotipico chiamato Antigene di Membrana Specifico della Prostata (PSMA) rendendolo un promettente target diagnostico (tramite tomografia a emissione di positroni (PET)) e potenziale target terapeutico per la terapia con radioligando10. Si differenzia dalla medicina di precisione “genotipica” che si occupa delle alterazioni genetiche specifiche delle cellule cancerogene6
La terapia con 177Lu-PSMA-617
177Lu-PSMA-617 è una terapia sperimentale con ligando diretta verso PSMA nel carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione. Si tratta di un trattamento antitumorale di precisione che combina un composto mirato (ligando) con un radioisotopo terapeutico (una particella radioattiva). Dopo la somministrazione nel flusso sanguigno, 177Lu-PSMA-617 si lega alle cellule del cancro della prostata che esprimono PSMA14, una proteina transmembrana, con elevato assorbimento del tessuto da tumorale a normale. Una volta legata, le emissioni del radioisotopo danneggiano le cellule tumorali, interrompendo la loro capacità di replicarsi e/o innescando la morte cellulare17-19. La radiazione del radioisotopo agisce su distanze molto brevi per limitare i danni alle cellule circostanti10.