- Le analisi ad un follow-up prolungato dello studio di fase 3 ARAMIS confermano la buona tollerabilità di darolutamide anche con un periodo di trattamento più esteso in pazienti con tumore prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) ad alto rischio di metastasi
- Quasi la totalità (98.8%) dei pazienti in terapia con darolutamide ha ricevuto la dose completa, a un tempo mediano di trattamento di 25.8 mesi, aumentando significativamente la probabilità di sopravvivenza e di controllo sul tumore, e mantenendo al contempo invariata la qualità di vita
“Esistono molte terapie approvate che determinano un aumento della sopravvivenza globale (OS) nei pazienti con nmCRPC, tipicamente asintomatici. Tuttavia si evidenziano differenze nei profili degli eventi avversi (AE), che includono, ad esempio, fatigue, cadute, fratture, rash, deterioramento mentale e cognitivo e ipertensione; tali eventi avversi possono limitare le attività quotidiane e la volontà dei pazienti di proseguire la terapia, con un impatto negativo sull’efficacia e sugli esiti stessi del trattamento”, afferma Karim Fizazi, M.D., Ph.D., Professore di Medicina all’Institut Gustave Roussy, Villejuif, Francia. “Questi dati evidenziano la buona tollerabilità di darolutamide per un periodo prolungato di trattamento, con la maggior parte dei pazienti con nmCRPC in grado di ricevere la dose raccomandata, aumentando la probabilità di estendere la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da metastasi (MFS), rispetto alla sola terapia da deprivazione androgenica (ADT), e permettendo loro di mantenere una vita attiva”.
“I pazienti affetti da carcinoma prostatico sono mediamente anziani e affetti da numerose comorbidità. Una popolazione fragile, ove un evento avverso può compromettere in modo rilevante la quotidianità e dove, quindi, quantità e qualità di vita vanno coniugate ogni qualvolta sia possibile”, afferma Sergio Bracarda, Direttore del Dipartimento Oncologico e della S.C. di Oncologia Medica e Traslazionale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni.
Il tumore della prostata è il secondo tipo di cancro più frequentemente diagnosticato negli uomini e rappresenta la quinta causa di morte correlata al cancro in tutto il mondo. Si definisce nmCRPC il tumore della prostata senza evidenza di metastasi alle analisi convenzionali di imaging, ma che non risponde più alla terapia di deprivazione androgenica. I pazienti con nmCRPC sono normalmente attivi e non presentano sintomi, ma possono essere ad alto rischio di sviluppare malattia metastatica, con circa un terzo dei pazienti con nmCRPC che sviluppa metastasi entro due anni.
Gli uomini con nmCRPC che manifestano AE (eventi avversi) a causa del trattamento possono aver bisogno di modifiche della dose o sospensione della terapia per gestire meglio l’impatto degli effetti collaterali sulla vita quotidiana. Ulteriori dati dall’analisi del follow-up esteso mostrano che quasi tutti i pazienti che ricevono darolutamide, dopo una riduzione della dose, sono in grado di assumere nuovamente la dose pianificata (89,6%), con una frequenza comparabile a quelli che ricevono placebo (89,7%). La sospensione di darolutamide per gli AE è aumentata leggermente: da 9% nell’analisi primaria dello studio ARAMIS a 10,5% nell’analisi del follow-up esteso. Questi dati dimostrano che, oltre ai risultati di comprovata efficacia, con l’estensione del follow-up, il profilo di sicurezza e tollerabilità di darolutamide rimane favorevole alla dose piena raccomandata, permettendo ai pazienti con nmCRPC di continuare la loro vita attiva.
Darolutamide
Darolutamide è un inibitore orale del recettore per gli androgeni (ARi) con una struttura chimica caratteristica che si lega al recettore con elevata affinità e presenta una forte attività antagonista, inibendo così la funzione recettoriale e la crescita di cellule tumorali prostatiche. Inoltre, il farmaco è in valutazione in uno studio di fase 3 nel tumore della prostata ormono-sensibile metastatico (ARARENS).