I virus dell’epatite causano il 70% degli epatocarcinomi. Sotto accusa anche stili di vita, in primis l’abuso di alcol. Il prof. Antonio Gasbarrini: “Malattia grave e dopo anni d’immobilismo si stanno affacciando nuove terapie. Il malato deve essere preso in carico in strutture selezionate di alta specializzazione e da un team di specialisti”

In Italia vivono 33.800 persone con una diagnosi di tumore del fegato: 25.300 uomini e 8.500 donne. “E’ un numero in leggera crescita negli ultimi anni – sostiene Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC Onlus -. La nostra associazione è da anni impegnata per tutelarne i diritti e come rappresentati dei pazienti siamo convinti che la malattia vada gestita in strutture specializzate da un team multidisciplinare. Il paziente deve essere sempre più preso in carico e valutato da una squadra composta da epatologi, oncologi, chirurghi e radiologi diagnostici ed interventistici. Ognuno di questi professionisti può portare la sua esperienza e dare un contributo per curare una forma di cancro davvero molto complessa. Questo approccio deve essere reso operativo e garantito soprattutto in questo momento preciso storico ed è auspicabile la creazione di una rete regionale di strutture in grado di offrire le cure migliori e più appropriate. Stanno sopraggiungendo nuove e più efficaci terapie dopo anni di sostanziale immobilismo”. “Il fegato è un organo estremamente delicato, un vero e proprio “filtro” del nostro corpo – conclude il prof. Gasbarrini –. Ogni volta che andiamo ad eseguire un trattamento in questa zona dell’organismo dobbiamo prestare molta attenzione a possibili complicanze ed effetti collaterali. I nuovi farmaci disponibili ora e in futuro sono efficaci ma anche delicati da gestire. Vanno perciò somministrati tendendo conto dello stato di salute generale del paziente. Dobbiamo, infatti, evitare che terapia antitumorale determini un danneggiamento della funzione epatica tale da compromettere i potenziali vantaggi dell’azione antineoplastica. Per questo è necessario un intervento da parte di un team multidisciplinare che possa valutare a 360 gradi le migliori cure possibili per ogni singolo malato”.