“Un paziente affetto da due diverse patologie - spiega Luzzi – una a carico del timo, organo collocato tra lo sterno ed i il cuore, e una sulla tiroide, ghiandola endocrina situata nel collo, è stato curato con un unico intervento, durato circa 6 ore, praticando solo tre fori di pochi millimetri 2 sotto la mammella ed uno a livello dell’ascella”. Si tratta di una novità assoluta perché, sino a pochi anni fa, per asportare il timo era necessario aprire lo sterno e, per asportare la tiroide, era necessario l’intervento chirurgico tradizionale, con grossi disagi per il paziente come una maggiore incidenza di complicazioni postoperatorie, dolore ed una lunga ospedalizzazione. Per questi motivi le due tipologie di intervento venivano raramente associate con le tecniche tradizionali.
“Abbiamo studiato il caso in maniera approfondita – aggiunge Ciabatti – e, con una minima rotazione di soli 30 gradi del robot, senza spostare il paziente, abbiamo fatto i due interventi. Per la chirurgia della tiroide abbiamo utilizzato una tecnica mini-invasiva robotica che ha permesso l’asportazione di tutta la ghiandola passando dalla stessa incisione del cavo ascellare usata per asportare il timo, evitando, in questo caso, la cervicotomia. Questa procedura è eseguita solo in altri due centri nazionali tra cui l’ospedale San Donato di Arezzo ove, unico in Italia, questa procedura viene effettuata dal un chirurgo otorinolaringoiatra”. “L’intervento è perfettamente riuscito – concludono Luzzi e Ciabatti - ed il paziente è stato dimesso dopo 4 giorni. L’adozione della tecnica robotica ha permesso un recupero postoperatorio molto veloce, agevolato anche dal minimo dolore postoperatorio”.
Fonte: Ufficio Stampa Policlinico Santa Marie alle Scotte, Siena