Milano, 11 settembre 2015 – L’idea, purtroppo diffusa tra i fumatori, che smettere di fumare dopo tanti anni di vizio non serva a nulla, è ufficialmente smentita dalla scienza. Smettere di fumare, anzi, è sempre un’ottima decisione, in qualsiasi momento della vita, e diminuisce di circa la metà le probabilità di morire per un tumore al polmone e per tutte le altre cause. Lo confermano i dati, presentati a Denver, dal dottor Ugo Pastorino, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, alla 16a Conferenza Mondiale sul Cancro al Polmone.
Lo studio “Stopping Smoking Reduces Mortality in Low-Dose Computed Tomography (LDCT) Screening Volunteers” , finanziato da AIRC, ha coinvolto quasi 4mila persone, che si sono sottoposte alla tac spirale a scopo di diagnosi precoce. A tutte è stato proposto più volte di smettere, ma ben diversi sono i risultati registrati su chi ha accettato questo consiglio e chi invece ha proseguito sulla strada del vizio: “A distanza di circa dieci anni dall’inizio dello studio, chi ha smesso di fumare, o prima di entrare nel programma di screening o durante, ha un netto vantaggio rispetto a chi non smette di fumare – spiega Pastorino -. La mortalità di chi ha continuato a fumare nei dieci anni di durata dello studio è quasi doppia rispetto a chi ha smesso”.
Pastorino inoltre ribadisce: “È essenziale associare la diagnosi precoce all’interruzione del fumo. Ad esempio negli ultimi anni abbiamo messo a punto un test sul sangue che aiuta nella diagnosi precoce di tumore al polmone, anticipando i risultati della tac spirale. Lo studio sempre più approfondito dei marker ematici potrà cambiare le prospettive di diagnosi precoce e migliorare l’efficacia dei percorsi di cura. Dal punto di vista delle terapie, infine – conclude il dottor Pastorino – rimane imprescindibile il ruolo giocato dai farmaci più avanzati: alcuni di questi ci aiutano a ridurre notevolmente la mortalità e dovrebbero essere forniti gratuitamente. Ad ogni modo, possiamo affermare che la buona notizia di oggi è che con l’azione combinata del test del sangue in funzione della diagnosi precoce, e della cessazione dal vizio del fumo, ci sono le premesse per ridurre in modo sostanziale le percentuali di rischio e di mortalità”.
Fonte: Ufficio Stampa Istituto Nazionale dei Tumori, Milano